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Alimentazione a supporto della fertilità femminile

Uno stile di vita sano tutela non solo la salute della donna ma anche la sua fertilità, un bene che è da preservare sin dall’infanzia.

La fertilità

Con il termine fertilità ci si riferisce alla possibilità per una donna di concepire e portare a termine una gravidanza. L’essere fertile è influenzato da diversi fattori, tra cui l’età (la fertilità tende a diminuire con l’età, soprattutto dopo i 35 anni), la salute generale (es. sindrome dell’ovaio policistico o PCOS, endometriosi e malattie infettive possono incidere sulla fertilità), il sistema endocrino (gli ormoni giocano un ruolo cruciale nel ciclo mestruale e nella ovulazione) e lo stile di vita. Quest’ultimo ha una notevole influenza sulla fertilità, e molte ricerche, tra cui quelle condotte dall’Università di Harvard, hanno evidenziato come fattori quali il fumo (nicotina), l’alcol, la mancanza di attività fisica, lo stress e una dieta sbilanciata possano compromettere la capacità riproduttiva femminile (ed anche maschile). Pertanto preoccuparsi della propria fertilità significa anche avere cura del proprio benessere fisico e psicologico.

Il ruolo dell’alimentazione

La relazione tra cibo e fertilità è da vedersi sotto due aspetti diversi. Da un lato la fertilità è influenzata positivamente o negativamente dal modo in cui la donna si alimenta giorno dopo giorno, dall’infanzia fino all’età adulta; nel caso ci si accorga che la propria alimentazione non è di sostegno alla regolarità mestruale, agli ormoni sessuali e alla qualità ovarica, è possibile ovviamente invertire rotta. Dall’altro lato esiste la dietoterapia più mirata, che viene invece utilizzata per migliorare e correggere i disequilibri endocrini e metabolici, il cui effetto si riversa anche sulla possibilità di concepimento (es. PCOS, problemi tiroidei, obesità e diabete) e la nutrizione ad hoc da seguire prima e durante un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA).

In questo articolo parleremo di come il comportamento alimentare complessivo (pasto dopo pasto, settimana dopo settimana) faccia la differenza; infatti, se si mangia in modo salutare per l’80-90% del tempo, sicuramente vi è un ritorno positivo. Nessun alimento “straniero” ne integratore miracoloso può invece fare la differenza nel caso in cui si mangi male per la maggior parte della propria vita.

Le linee guida di Harvard pro fertilità

Alimentazione equilibrata: una dieta sana basata sul consumo di proteine di origine vegetale come legumi e semi oleosi (senza escludere le proteine animali), cereali integrali (con un basso indice glicemico), un ampia varietà di verdura e frutta a basso contenuto di pesticidi è correlata ad una migliore fertilità femminile.

Bere acqua: l’acqua è la miglior bevanda per rimanere idratati e per la salute. Da evitare è il consumo di bevande zuccherate, gassate ed energy drink (così come alimenti zuccherati e ultra-processati) poiché sono associate a una minore fertilità.

Consumare oli vegetali insaturi: gli acidi grassi polinsaturi o PUFA, in particolare gli omega 3 a catena lunga, hanno un impatto positivo sulla fertilità (migliorano la qualità degli ovociti e l’impianto dell’embrione).

Evitare i grassi trans: gli acidi grassi trans sono correlati ad una minore fertilità, infatti promuovono una maggiore resistenza insulinica che può influire negativamente sulla funzione ovulatoria.

Preferire latticini interi: i latticini interi sono associati ad un inferiore rischio di infertilità ovulatoria rispetto ai latticini magri. Ovviamente prediligendo latte, yogurt naturale intero e formaggi provenienti da allevamenti all’aperto (erba e fieno), allevamenti di montagna e piccole realtà produttive consapevoli.

Limitare carne e pesce: la carne rossa è una buona fonte di proteine e altri nutrienti, tuttavia contiene anche livelli elevati di grassi saturi che possono fare da veicolo per l’esposizione ad antibiotici, ormoni ed altre sostanze tossiche, motivo per cui espone a rischio maggiore di infertilità. Allo stesso modo, il pesce, nonostante sia un ottima fonte di omega 3, contiene spesso livelli elevati di contaminanti, quali mercurio, diossine e organoclorurati. Pertanto, è fondamentale acquistare pesce che non provenga da acque con un grado di inquinamento ambientale elevato, poiché i danni sulla fertilità dati da queste sostanze tossiche possono superare i potenziali benefici derivanti dal consumo di pesce.

Controllo del peso: è fondamentale avere un peso corporeo sano prima del concepimento, poiché sia il sovrappeso che l’eccessivo sottopeso possono influenzare negativamente la fertilità. In particolare, le donne obese incorrono in un maggior rischio di complicazioni.

Attività fisica: esercizio regolare, senza esagerazione. Un’attività moderata, come camminare, nuotare o praticare yoga, può migliorare la salute generale e favorire una migliore funzionalità riproduttiva.

Supplementazione: l’assunzione giornaliera preconcezionale di acido folico può aumentare le possibilità di una donna di rimanere incinta e portare a termine la gravidanza. Benefici sono associati anche all’assunzione di vitamina B12 e ferro.

In conclusione

Le indicazioni della dieta pro fertilità di Chavarro e Willett (Harvard) sono fondamentalmente volte a correggere quei comportamenti alimentari, come diete ipocaloriche o ipolipidiche, diete iperproteiche o a basso contenuto di carboidrati, etc., che adottati sul lungo tempo possono concorrere nel determinare ipofertilità. Ovviamente questi consigli non sono da vedersi né come categorici, né come definitivi, ma una base importante per orientare le scelte alimentari della donna durante tutto l’arco della sua vita fertile.

Bibliografia

Gaskins AJ, Chavarro JE. Diet and fertility: a review. Am J Obstet Gynecol. 2018 Apr;218(4):379-389.

Gaskins AJ, Nassan FL, Chiu YH, Arvizu M, Williams PL, Keller MG, Souter I, Hauser R, Chavarro JE; EARTH Study Team. Dietary patterns and outcomes of assisted reproduction. Am J Obstet Gynecol. 2019 Jun;220(6):567.e1-567.e18.