Luglio 17, 2023 / Articoli
Sovracrescita batterica intestinale
SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth o Sovraccrescita Batterica Intestinale) è una condizione clinica caratterizzata da una sindrome di malassorbimento causata da un aumento di concentrazione di microorganismi nell’intestino tenue.
Questa situazione clinica può essere dovuta a diverse cause: anatomiche, chirurgiche, mediche, stile di vita ma la causa più frequente sembra essere legata al trattamento con inibitori della pompa protonica, in particolare dopo un anno di terapia continuativa.
La diagnosi di sicurezza va fatta con il breath test al glucosio o al lattulosio, che sono metodi non invasivi e riproducibili.
Normalmente, i principali meccanismi che impediscono l’instaurarsi della SIBO sono la secrezione acida gastrica e pancreatica, l’immunità sistemica e mucosale e la regolarità intestinale assicurata dalla normale motilità di questo organo. E’ importante inoltre ristabilire un equilibrio del microbioma intestinale che gioca un ruolo importante di difesa contro microorganismi patogeni, di stimolo del sistema immunitario, di controllo delle funzioni metaboliche e trofiche degli enterociti e di sintesi di vitamine e nutrienti. Questo equilibrio ha inoltre effetti sull’attività motoria e propulsiva dell’intestino, collaborando a regolare la sensibilità intestinale.
I sintomi legati alla SIBO sono in generale quelli del malassorbimento intestinale, con ampie variazioni individuali dovute all’entità della contaminazione (carica batterica), all’estensione del tratto intestinale interessato, alle specie batteriche implicate e alle condizioni di base responsabili. I sintomi più frequenti sono diarrea, flatulenza, gonfiore addominale e dolore addominale cronico. Esistono forme anche asintomatiche o caratterizzate da alternanza di stipsi e diarrea, come pure forme più complesse, anche se rare, caratterizzate da malassorbimento intestinale, carenza di vitamina B12 e anemia. Inoltre, si trova frequentemente associata a condizioni patologiche intestinali quali la celiachia e l’intolleranza al lattosio. Altri soggetti a rischio di SIBO sono individui operati di resezione gastrica o altri interventi addominali che possano causare aderenze, gli anziani (specie sopra i 75 anni di età) e tutta l’ampia schiera di soggetti che fanno uso di antibiotici e inibitori di pompa protonica.
La SIBO oggi è una condizione clinica spesso trascurata e di solito viene trattata a livello medico con rifaximina polimorfo alfa alla dose di 1.200 mg/die per un periodo non inferiore a 12 giorni, ma lavorare su una alimentazione specifica è fondamentale per mettere a riposo l’intestino e ricostruire l’alimentazione delle persone che ne soffrono.
Nel caso specifico sembra essere di estremo aiuto il protocollo ideato dalla Monash University, ovvero la FodMap Diet. Il concetto di Fodmap è stato pubblicato nel 2005 per la prima volta in un paper (Gibson, P.R. and S.J. Shepherd 2005) e con questo termine si intenderebbero i carboidrati a corta catena, poco digeribili e scarsamente assorbibili. In questo paper è stato proposto che la riduzione dei Fodmaps potesse calmare l’infiammazione intestinale, la fermentazione e la crescita batterica nel piccolo intestino e quindi ridurre la permeabilità intestinale.
Tra i Fodmaps troviamo:
– Lattosio, quindi tra gli alimenti da eliminare ci sarebbero tutti quelli che lo contengono, dal latte vaccino o di altro animale a tutti i suoi derivati
– Polioli, presenti in alcuni frutti e verdure come frutta a nocciolo, cavolfiori, funghi, piselli
– Fruttosio, il cui assorbimento dipende però dalla dose consumata. Alimenti che ne sono ricchi sono mele, pere, frutta disidratata, asparagi, miele, etc
– Fruttani (FOS), presenti in genere nei cereali contenenti glutine, cipolle, porri, aglio
– Galattooligosaccardi (GOS), contenuti ad esempio nei legumi, cavoli, anacardi e pistacchi
Gli alimenti che contengono queste molecole però non vanno eliminati per sempre ma temporaneamente, la fase di eliminazione può durare dalla 4 alle 8 settimane e in questo periodo di solito si verifica un miglioramento della sintomatologia. Dopo di che è necessario reintrodurre i cibi eliminati, uno alla volta, per un periodo di circa tre giorni in cui si aumentano gradualmente le quantità. I fastidi sono infatti dose-dipendente e capire quale quantità di alimento contenente FodMaps si tollera è fondamentale per ricostruire una alimentazione personalizzata e bilanciata.
Va inoltre ricordato che la variabilità nel tipo di Fodmap dipende da molti fattori come il grado di maturazione (banana acerba meglio di banana matura), variazioni stagionali, clima, tempo e temperatura di conservazione, parte della pianta consumata.
Un esempio quindi di una giornata a basso contenuto di Fodmaps potrebbe essere la seguente:
– Colazione: fiocchi di mais in latte vaccino delattosato o latte di cocco e noci o nocciole
– Spuntino: 2 gallette di riso con patè di olive
– Pranzo: Pinzimonio di carote, pasta di grano saraceno con zucchine e uovo (finta carbonara)
– Spuntino 2: melone cantalupo e qualche mandorla
– Cena: Pesce con spinaci e riso basmati come accompagnamento
Per chi volesse approfondire la dieta fodmap ricordo un vecchio articolo, ma pur sempre attuale, presente nel nostro blog: Dieta low FODMAPs: un rimedio per i disturbi intestinali – Nutrizionistiperlambiente. Si può inoltre scaricare l’applicazione della Monash University con tutta la lista completa di cibi, ricette e tanto altro (in lingua inglese).
BIBLIOGRAFIA
– La SIBO Oggi: una condizione clinica spesso trascurata. Lucio Lombardo
– Lombardo L, Foti M, Ruggia O, et al. Increased incidence of Small intestinal bacterial overgrowth during proton pump inhibitor therapy. Clin Gastroenterol Hep 2010;8:504-8.
– Hooper LV, Midvedt T, Gordon JI. How host-microbial interactions shape the nutrient environment of mammalian intestine. Ann Rev Nutr 2002;22:283- 307
– Romagnuolo J, Schiller D, Bailey RJ. Using breath tests wisely in gastroenterology practice: an evidence-based review of indications and pitfalls in interpretation. Am J Gastroenterol 2002;97:1113-26.
– Tuck C and Barrett. 2007
– Halmos EP et al 2014