Earth overshoot day 28 Luglio 2022

Earth overshoot day: dal 28 Luglio 2022 e fino al 31 dicembre non avremo più risorse disponibili che siano rinnovabili nell’anno in corso. Tutto ciò che sfrutteremo oltre questa data, andrà ad aumentare il debito che dovranno pagare le generazioni future. Dal giorno overshoot i nostri bisogni in termini di emissioni, terreni coltivati, sfruttamento di mari e oceani (stock ittico) e di foreste non saranno più coperti dalla capacità della terra di rigenerarsi: nel linguaggio della scienza la “biocapacità globale” non basterà per le nostre esigenze.

Una delle conseguenze più gravi e tangibili di questa situazione dovuta all’attività umana è il riscaldamento globale. IPCC, organo dell’ ONU che controlla e coordina gli studi sul clima fornendo report ai governanti, testimonia l’ origine antropica del cambiamento climatico così veloce; tra le principali cause di emissioni climalteranti compare il settore alimentare. L’ equilibrio del nostro pianeta è sconvolto, il meraviglioso cerchio della vita è in pericolo.

“Tutto è connesso, le sostanze chimiche si muovono tra le varie parti del sistema terra secondo dei cicli (dell’acqua, del carbonio, dell’azoto e così via). Il ciclo della vita, molto bello, non è altro che il lavoro comune di questi cicli in cui i prodotti di una reazione chimica sono sempre reagenti per un’altra reazione, niente va perso. Tutto parte dal sole e tutto è interconnesso (omissis). Se danneggiamo una parte del sistema i danni si estendono ad altre parti: pericoloso. Può essere però un motivo per essere fiduciosi, anche le soluzioni sono interconnesse, se ripristiniamo una parte del sistema, si restaurano anche altre parti” (Frank Raes , fisico dell’atmosfera. “Il clima dentro e fuori di noi”, intervento al seminario presso Liceo L. Lucchini, Brescia, 10/12/2020)

Parole consapevoli di uno scienziato che aprono al cambiamento e alla voglia di rimboccarsi le maniche e agire. Inoltre il già citato IPCC, nel suo report del febbraio 2022 dedicato alle possibili soluzioni e diretto ai governanti, auspica anche la possibilità di un coinvolgimento individuale. Come e dove possiamo agire? Orientando consapevolmente le nostre abitudini di alimentazione. Coglie il messaggio Andrea Segrè (agronomo ed economista, professore di politica agraria presso Università di Bologna, direttore dell’Osservatorio Waste Watcher International) con le sue proposte di educazione per la scelta degli alimenti gestite a livello di governo e che propongono la dieta Mediterranea come progetto alimentare globale.

LA DIETA MEDITERRANEA è uno stile alimentare semplice ed efficace, già certificata per il suo valore universale dall’Unesco, oggi riconosciuta per essere modello per uno sviluppo sostenibile che, nel rispetto di biodiversità ed ecosistemi, fornisce un corretto equilibrio nutrizionale. Secondo il professor Spisni, fisiologo della nutrizione, la Dieta Mediterranea non ha uno schema rigido, è quindi adattabile alla preparazione di cibo in base alle aree geografiche e alla disponibilità delle materie prime; negli stessi paesi mediterranei le differenze di tradizioni sono molte e varie. La piramide mediterranea può trovar casa a latitudini e longitudini assai diverse. L’olio extravergine di oliva, eventualmente più difficile da reperire, si può sostituire con altri oli ricchi di grassi insaturi. Un punto chiave di questo stile alimentare, è l’uso ridotto della carne e la sua provenienza da allevamenti sostenibili e aperti al pascolo.