Luglio 6, 2020 / Articoli
Endurance in montagna, intestino e probiotici
Skyrunning, trail running ed ultra trail sono diventate nell’ultimo decennio delle discipline molto popolari. Si tratta in generale di attività di resistenza (cardiovascolare) molto impegnative dal punto di vista fisico, tecnico, ma anche mentale. Attività che prevedono durate, sforzo e richieste energetiche differenti, così come possono essere molto diverse anche altitudine, esposizione, terreno, temperatura, etc., tutti fattori che condizionano enormemente la scelta di quale cibo introdurre, come e quando. Mentre l’esercizio fisico di bassa/media intensità, influenza fortemente il benessere psicofisico, con effetti positivi soprattutto a carico del sistema muscolo-scheletrico e cardiovascolare, l’esercizio di resistenza intenso e prolungato può comportare anche conseguenze controproducenti ed alcuni rischi. In particolare, se il carico risulta essere eccessivo, vi è un impatto negativo sulla permeabilità intestinale e la risposta immunitaria, oltre che un incremento del danno muscolare, dello stress ossidativo e dell’infiammazione sistemica.
Problematiche intestinali
L’aumento esponenziale del numero di partecipanti ad eventi di endurance in montagna e l’elevata incidenza di disturbi gastrointestinali, ha sollevato alcuni dubbi per quanto riguarda l’impatto dello sforzo “estremo” sulla salute gastrointestinale. Dagli studi è emerso che gli atleti che svolgono esercizio fisico di elevata intensità, a seconda dell’evento, condizioni ambientali e stato dell’atleta, sono spesso soggetti manifestare uno o più sintomi di gravità variabile a carico del tratto gastrointestinali, come nausea, vomito, crampi, gonfiore addominale, dolori al fianco, diarrea e sanguinamento. Il manifestarsi di tali problematiche non solo diventa spesso causa di compromissione della performance, costringendo l’atleta ad abbandonare la competizione, ma può avere anche implicazioni sulla salute più a lungo termine.
È noto che l’origine dei problemi gastrointestinali indotti dall’esercizio sia multifattoriale, tuttavia, il principale meccanismo responsabile della comparsa dei sintomi sembra essere l’ischemia transitoria degli organi addominali. Infatti, durante l’esercizio fisico intenso, specialmente se svolto in condizioni di ipoidratazione, a seguito della ridistribuzione del flusso ematico dovuta al richiamo di sangue a livello muscolo-scheletrico, il flusso sanguigno nel distretto splancnico risulta ridotto. Questa condizione di insufficiente afflusso di sangue all’intestino tenue, secondo i ricercatori, potrebbe portare negli atleti ad ischemia a livello mesenterico, creando una lesione epiteliale, nonché ad un aumento della permeabilità intestinale.
La diminuzione della funzionalità della barriera intestinale, soprattutto a livello delle giunzioni strette, e l’aumento della permeabilità è oggi definita come leaky gut o sindrome dell’intestino permeabile. Evidenze sperimentali suggeriscono che tale condizione è in grado di condurre ad endotossiemia, a causa del passaggio di batteri, agenti patogeni e tossine dal lume intestinale al circolo sanguigno. In particolare, l’aumento dei lipopolisaccaridi sistemici (LPS), marcatori di traslocazione microbica intestinale, sembra provocare i sintomi associati al disagio gastrointestinale caratteristici degli atleti di endurance, e determinare la stimolazione del sistema immunitario. Tale condizione, oltre ad influenzare negativamente la prestazione dello sportivo e la fase di successivo recupero, determina anche una maggiore suscettibilità ad infezioni e patologie autoimmuni.
Microbiota intestinale
Il microbiota intestinale, in condizioni di eubiosi (buon equilibrio), svolge molteplici funzioni a livello del tratto gastrointestinale. Da un lato i microrganismi conferiscono protezione contro l’invasione da parte di patogeni e sono indispensabili per lo sviluppo ed il differenziamento del sistema immunitario e dell’epitelio intestinale; dall’altro, producono vitamine essenziali e facilitano il metabolismo di polisaccaridi altrimenti indigeribili (fibre ed amido resistente), portando alla formazione di acidi grassi a catena corta (SCFA). Tra questi, il butirrato è di grande importanza, in quanto principale fonte energetica delle cellule epiteliali del colon, e responsabile del mantenimento dell’integrità di barriera (attraverso l’incremento dell’espressione delle giunzioni strette) e della riduzione di molecole pro-infiammatorie.
Probiotici
I probiotici, microrganismi vivi (soprattutto batteri), introdotti in adeguate quantità, possono colonizzare l’intestino e potenzialmente conferire una serie di benefici all’organismo. Tali batteri, dalle innumerevoli proprietà e funzioni, si trovano naturalmente in alcuni cibi fermentati come yogurt, crauti, kefir, kimchi (di cavolo), miso e natto (a base di soia). Tra i numerosi effetti benefici dimostrati sono inclusi la capacità di modulare la risposta infiammatoria ed immunitaria, ridurre l’incidenza e la durata delle affezioni delle prime vie respiratorie, regolare le risposte allergiche e migliorare le condizione del tratto gastrointestinale, ad esempio riducendo l’incidenza della diarrea. Inoltre, alcuni studi suggeriscono che i probiotici sono anche in grado, negli atleti affaticati, di rafforzare la risposta immunitaria. Pertanto, l’integrazione con probiotici può potenzialmente offrire numerosi effetti positivi per la salute dello sportivo e del suo intestino, in generale ascrivibili al potenziamento, modulazione e mantenimento dell’integrità della barriera mucosale intestinale.
Vantaggi della supplementazione
L’integrazione con probiotici, ovviamente in associazione ad una strategia nutrizionale ideale, che prevede di individuare le tecniche ottimali di idratazione e alimentazione durante gli allenamenti (es. simulando le condizioni di gara) e di consumare unicamente cibi e bevande ben tollerati, sembrerebbe in grado di aiutare gli atleti maggiormente soggetti a problematiche gastrointestinali. Nonostante il numero di studi inerenti i benefici dell’integrazione con probiotici sul sistema gastrointestinale degli atleti sia limitato, alcuni ricercatori ritengono promettente l’utilizzo di specifici microrganismi.
Nello specifico, dalla ricerca è emerso che la supplementazione con probiotici è in grado di ridurre le concentrazioni di zonulina nelle feci (un marker di compromissione della barriera intestinale), ad indicare una diminuzione del danno alla mucosa intestinale e quindi una riduzione della permeabilità intestinale; assieme anche ad una riduzione della produzione di TNF-α, una citochina coinvolta nell’infiammazione sistemica, ad indicare una riduzione dell’infiammazione stessa. Inoltre, l’integrazione con probiotici (multi-ceppo) / prebiotici si è dimostrata in grado di ridurre i livelli di LPS (lipopolisaccaride marcatore di permeabilità), ad indicare una riduzione dell’endotossinemia metabolica, nonché della permeabilità intestinale, in associazione alla riduzione della durata degli episodi di sintomi gastrointestinali.
Anche uno studio condotto su atleti di endurance molto allenati, che hanno ricevuto un’integrazione di probiotici (Lactobacillus Salivarius), ha dimostrato che la supplementazione di batteri lattici è in grado di attenuare l’iperpermeabilità intestinale indotta dall’esercizio fisico, aumentando inoltre la diversità microbica. In aggiunta, vi sono prove che la supplementazione a base di probiotici, in condizioni acute, è in grado di influenzare in modo positivo la barriera intestinale, salvaguardando l’integrità delle giunzioni strette, e generare anche effetti positivi indiretti sulle performance e la salute dell’atleta.
Conclusioni
Per un atleta professionista, così come per lo sportivo dilettante, il mantenimento della salute intestinale dovrebbe essere una priorità, non solo per l’enorme importanza del microbiota per la digestione e l’assorbimento di nutrienti, e quindi fornitura di substrati energetici durante l’esercizio fisico stesso, ma anche per il ruolo primario dell’intestino nei meccanismi di difesa contro le infezioni e nella regolazione dell’immunità e dell’infiammazione. La supplementazione con probiotici, per aumentare la resilienza del tratto gastrointestinale contro l’ischemia, problema comune negli atleti coinvolti in eventi di resistenza prolungati, risulta quindi essere molto importante nella comunità sportiva, in quanto tali problematiche possono essere causa della compromissione o interruzione della prestazione.
Pertanto, per chi svolge attività di endurance in montagna, sarebbe di notevole interesse poter valutare la funzionalità intestinale, lo stato del microbiota e l’effetto ergogenico dell’utilizzo di probiotici, intesi non solo come supplementi (alimenti funzionali arricchiti, capsule, polveri, etc.) ma anche come alimenti fermentati (facenti parte della tradizione), introdotti quotidianamente nella dieta dello sportivo. Ricordando che i probiotici potrebbero migliorare il benessere generale dell’atleta, favorire la salute del tratto gastrointestinale ed influire positivamente sulla performance, anche attraverso un più rapido ed efficiente recupero dalla fatica.
Dott.ssa Gioia Dalla Gasperina – Biologa Nutrizionista
References
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