Marzo 2, 2020 / Array
Dimmi cosa mangi e ti dirò … che posizione assumi!
La fisiologia umana ci insegna che la posizione del corpo nello spazio (postura) ha una influenza molto grande sui gesti che compiamo ogni giorno ed è determinata anche da problemi viscerali legati ad esempio a organi come fegato, intestino, stomaco, connessi al sistema muscolare e ai legamenti. Questi problemi possono essere pertanto influenzati dallo spostamento delle strutture muscolari e, ovviamente, viceversa. Il fegato e l’intestino poi sono tra i visceri più importanti del nostro corpo e sicuramente quelli più direttamente influenzati da ciò che mangiamo.
Questo è particolarmente vero soprattutto per chi si accinge ad iniziare una attività sportiva con qualche kg in più. Noi nutrizionisti siamo i primi a consigliare una regolare attività fisica insieme a un corretto stile alimentare, ma bisogna anche tener conto dell‘influenza che questi kg in più possono avere sulla prestazione in funzione del tipo di sport praticato, che va quindi ben ponderato. C’è una chiara relazione infatti tra dolore lombare ed obesità, e c’è certezza sul miglioramento del problema in persone che hanno diminuito il proprio carico ponderale, però non è sufficiente perdere peso attraverso la sola dieta o attraverso l’attività fisica aerobica, è necessario associare tutto ciò ad un’attività che preveda il rafforzamento costante della muscolatura e un’attività posturale per favorisca uno scarico a livello lombare. Bisogna tra l’altro ricordarsi che se i muscoli addominali sono senza tono, si comprometterà la possibilità di tenere gli organi interni nel loro orientamento spaziale ideale. D’altra parte se i muscoli addominali eccessivamente tesi, accorciati e rigidi comprimono gli organi digestivi ed escretori, limitando la loro funzionalità. Come sempre in medio stat virtus.
Tornando all’eccesso di peso, quindi questo grava sulla colonna vertebrale e sulle gambe, facendo assumere alla persona in sovrappeso o obesa posizioni posturali sbagliate, favorendo così limitazioni della funzionalità vertebrale.
Più in generale potremmo quindi dire che per avere una buona postura è importante essere ben idratati, mangiare bene, avere anche una buona digestione, un’evacuazione quotidiana, l’assenza di gonfiore intestinale.
Parlando di idratazione infatti non dobbiamo dimenticarci che i muscoli sono fatti al 70% di acqua, e se non beviamo abbastanza il corpo potrebbe prelevare l’acqua che gli serve dai tessuti che ne sono più ricchi (cervello, muscolo, sangue). Ricordiamoci che l’assunzione ideale di acqua in una giornata va dal 3 al 5 percento del nostro peso corporeo.
Inoltre una dieta povera di fibre (frutta, verdura, cereali integrali, legumi), ricca in cibi raffinati e zuccheri o cibi che non vengono perfettamente digeriti nell’apparato gastrointestinale può quindi influenzare il nostro corpo e il suo movimento nello spazio. Questo è particolarmente importante per chi pratica sport a livelli agonistici o comunque con frequenza e intensità elevate, perché riacquistando pienamente le funzioni del proprio corpo e quindi migliorando sensibilmente le prestazioni sportive, miglioreremo un gesto tecnico, la resistenza e, importantissimo, ridurremo gli infortuni.
Purtroppo è ancora vero che la grande maggioranza dei cibi che mangiamo tende ad aumentare l’infiammazione del nostro organismo, dato che parliamo di cibi poco naturali che necessitano di processi chimici impegnativi per essere digeriti (insaccati, affettati, formaggi, cibi industriali e raffinati, ricchi di additivi ed edulcoranti, etc). Quindi se la nostra alimentazione è per lo più “infiammatoria”, il rischio di incorrere in dolori muscolari e/o viscerali aumenta, compromettendo la postura. Tra l’altro l’infiammazione può anche presentarsi in acuto, ovvero: il nostro corpo può non tollerare un determinato cibo e scatenare quindi una reazione infiammatoria istantanea che può manifestarsi con dolore acuto alla schiena.
Più in particolare, vediamo cosa può succedere alla nostra postura in condizione più specifiche come la colite: se soffriamo di questa condizione manifestiamo molto spesso dolore lombosacrale e l’esame posturale effettuato da un professionista del settore, potrebbe evidenziare una rigidità lombare in assenza di problemi delle strutture ossee. Se la colite persiste nel tempo potrebbero addirittura comparire alterazioni lombari tipo artrosi.
Del resto l’intestino si appoggia e si ancora saldamente alle vertebre della parte bassa della schiena, quindi se questo organo non lavora bene perchè è infiammato oppure costipato, l’aria presente in esso ne aumenterà il volume, causando schiacciamento dei tessuti circostanti, tra cui anche i muscoli dorsali e lombari.
Non a caso alterazioni nella posizione del diaframma possono anche essere causate dal meteorismo, che può spostare questo organo verso l’alto, impedendone il corretto funzionamento durante la respirazione con conseguente blocco. L’effetto potrebbe essere la comparsa di tensioni muscolari a livello del collo e dolori intercostali.
Nel caso in cui invece soffrissimo di reflusso gastro-esofageo, anche questa condizione può comportare una diminuzione della mobilità del diaframma favorendo problemi a livello della colonna vertebrale e in zona scapolare. In realtà problemi stessi alla colonna vertebrale possono a loro volta portare all’insorgenza di reflusso gastro-esofageo e problemi digestivi.
In conclusione, curare la nostra alimentazione significa anche curare la posizione del nostro corpo nello spazio.
FONTI:
– “Balance disorder, falling risks and fear of falling in obese individuals: cross-sectional clinical research in Isparta” Ercan S et al.
– “Role of body mass category in the development of faulty postures in school-age children from a rural area in south-eastern Poland: a cross-sectional study” Rusek W. et al
– “Relationship between Ulcerative Colitis and Rheumatoid Arthritis: A Review” Attalla MG et al
– “Prevalence and key radiographic spinal malalignment parameters that influence the risk for gastroesophageal reflux disease in patients treated surgically for adult spinal deformity” Ohba T et al