Gennaio 13, 2020 / Articoli
Mettere al mondo
Sono lieta di pubblicare questo contributo scritto dalla dr.ssa Veronica Casilli, biologa nutrizionista che collabora con i Nutrizionisti per l’Ambiente da pochissimi giorni diventata mamma!
La gravidanza è una tappa unica che segna indelebilmente la vita femminile. Negli ultimi decenni l’esperienza della gravidanza e del parto sono mutati in modo radicale. Come scrive il medico di famiglia Sara J. Buckley, il numero di decisioni alle quali le donne del XX secolo sono messe davanti, anche in gravidanze senza complicazioni, è infinito. L’ esperienze delle nostre nonne e bisnonne erano molto più sociali, alla donna gravida veniva riconosciuto sostegno e protezione. Oggi la medicalizzazione inizia sin dai primissimi giorni, i controlli intensivi e le decisioni a cui siamo chiamate a rispondere ci accompagneranno per tutti i 9 mesi. Sin da subito, la testa della futura mamma ne viene assillata: “Che specialista scegliere? A che esami sottopormi? Quali realmente necessari? Dove partorire? E se è affetto da gravi anomalie? E in caso di induzione o cesareo?” Ecco la prima trappola per la serenità.
Ma se da una parte i progressi in campo medico permettono di rendere sempre più “sicuro e controllato” il percorso gravidanza ed il parto, è sempre presente l’esistenza dell’effetto nocebo, ossia tutti gli effetti collaterali conseguenti ad una diagnosi o a una terapia medica: tale effetto fa parte dell’approccio convenzionale perinatale, ne è parte integrante e mette in secondo piano il benessere emotivo della madre. Risultato: le neo mamme si sentiranno ipercontrollate, sottoposte a tutti gli esami del caso, analisi periodiche e rassicurate da procedure standardizzate, ma con molta probabilità aumenteranno le preoccupazioni e gli ormoni dello stress, innescando un circolo vizioso a discapito di tranquillità e fiducia nelle capacità del corpo femminile.
Vi è un confine sottile tra vivere ed indossare la gravidanza come evento naturale, o trasformarla in malattia.Un metodo suggerito ai futuri genitori per trovare il giusto compromesso è il BRAN, efficace ed utile per sbloccare un dubbio e prendere una decisione in un contesto nuovo: consiste nel chiedere, documentarsi e considerare Benefici, Rischi ed Alternative, valutare inoltre anche i risvolti nel caso in cui si decida di non fare Nulla.
Quest’ultima possibilità non è quasi mai menzionata o presentata, ma è possibile, soprattutto in gravidanze fisiologiche e senza problemi, e può essere la via più lineare e semplice da percorrere. La fiducia nei processi naturali, nelle risorse del corpo umano (grazie alle quali siamo arrivati ai giorni nostri) e in primis un clima rilassato sono le radici. Non voglio insinuare che non vada fatto alcun tipo di controllo, ma resto scettica in merito all’utilità e all’efficacia effettiva di tanti esami effettuati solo perché da protocollo ma che riguardano disturbi assai rari.
Ma ora vorrei portare questa riflessione in un’altra direzione: cosa accadrebbe se venisse data la stessa attenzione e lo stesso spazio al rallentare e vivere veramente la gravidanza?? Molto probabilmente arriveremmo realmente connesse con la nostra creatura e pronte ad affrontare l’avventura/momento nascita. Oltre agli esami routinari inerenti la fisiologia, la stessa importanza dovrebbe essere data al favorire la mamma ad entrare in una modalità diversa per questi 9 mesi, crearsi una routine indirizzata alla connessione con sé e il proprio bambino: una sorta di viaggio.
Siamo animali e tutti i comportamenti istintivi, spesso affievoliti e sopiti dal contesto moderno in cui viviamo, riaffiorano più potenti che mai. Vivere il percorso e il tempo del “durante”, riscoprendo e valorizzando le incredibili risorse portate da questo cambiamento ormonale unico. Gli effetti saranno sul corpo ma anche sul cervello, la creatività e l’intelligenza emotiva avranno terreno fertile per esprimersi liberamente e senza filtri.
Riconoscere e il valorizzare questo potenziale permette di aprirsi ed allinearsi con sé stesse, connettersi col sentire profondo, le emozioni, focalizzarsi sulla trasformazione e naturalmente collegarsi con la nuova vita che è in noi.
SPOSTARE IL FOCUS e seguire le tappe:
L’idea di staccare dalla routine quotidiana di lavoro, scadenze, programmazione per molte può non essere possibile e anche quando lo è o lo diventa per necessità, risulta spizzante e spaventa: rallentare e fermarsi vuole dire avere tempo, azioni a cui spesso ci siamo disabituate. Ecco che potrebbe accadere che per colmare questo tempo “vuoto”, ricreiamo un tram tram giornaliero ricalcando il modello lavorativo, modificando soltanto le attività.
La vera ricarica consiste nel riuscire a rompere gli schemi e rendere fruttuoso ed arricchente questo momento, come un vero e proprio reset personale.
“Cosa mi sta accadendo?? Cosa desidero per la gravidanza?? E per il parto?? Dopo come immagino la mia vita?? Posso conoscere di più in merito al cambiamento che sto vivendo??…etc”
E’ fondamentale avere ben chiaro la propria visione di gravidanza, parto e post-parto, e il tempo utile sono i 9 mesi di attesa. Godere e sfruttare quello che Erri De Luca chiama Grazia ne “In nome della madre”, nel descrivere il cambiamento subito da Maria nell’essere in gravidanza:
“Miriàm, sai cos’è la grazia?” chiese Iosef. “Non di preciso”, risposi.
“Non è un’andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi. Non è femminile, è dote di profeti. È un dono e tu l’hai avuto. Chi lo possiede è affrancato da ogni timore. L’ho visto su di te la sera dell’incontro e da allora l’hai addosso. Tu sei piena di grazia. Intorno a te c’è una barriera di grazia, una fortezza. Tu la spargi, Miriàm: pure su di me.”
Crearsi uno scudo per individuare ed esprimere con personalità e senza paura del giudizio le proprie emozioni, può essere un punto di partenza per non farci distrarre dai suggerimenti esterni di come fare cosa. La donna moderna vive la gravidanza al di fuori di un contesto comunitario ed aggregativo, manca quel cuscino sociale tipico delle comunità rurali dove vi era un continuo supporto, aiuto, confronto e conforto da parte di numerose figure femminili (nonne, bisnonne, cugine, amiche, mamma..).
Per colmare questo gap evolutivo e recuperare un clima comunitario prima, durante e dopo il percorso di gravidanza, si può scegliere di frequentemente i Cerchi di Donne, “spazi di condivisione dove esplorare e condividere la nostra natura intima e profonda, in un clima di accettazione incondizionata e non giudizio. Nei secoli le Donne si sono sempre incontrate con altre Donne perché è così che: guariamo, impariamo, ci sentiamo sostenute, convalidate e accolte, siamo in grado di esprimere pienamente noi stesse e di portare tutti gli effetti trasformativi anche nelle nostre vite di tutti i giorni…è un luogo dove siamo tutte uguali, dove viene incentivata la libera espressione di idee, bisogni, sentimenti, speranze così come l’ascolto dell’altra, l’attenzione e la ricezione. ”
Oltre al classico corso pre-parto, il consiglio è quello di ampliare gli orizzonti, sperimentare percorsi nuovi uno sguardo diverso può rivelarsi prezioso. Una regola importante per scegliere è usare la parola VOGLIO fare e dimenticarsi il DEVO. Di seguito qualche idea e proposta che potrebbe ispirarvi:
- Riposare: il nostro corpo è occupato a creare una nuova vita, rallentate e assecondate i suoi bisogni.
- Dedicarsi a quello che abbiamo sempre accantonato, fortificare noi stesse con attività gratificanti. Lo si sa, mamma felice, bambino felice.
- Osservare ed ascoltare il nostro corpo che cambia, adattando le attività ai nuovi ritmi e alle nuove energie. Diciamo settare la mente sulle nuove risorse fisiche! Il consiglio è quello di essere attive: lunghe camminate, nuoto, yoga, pilates..
- Prenderci cura della nostra alimentazione, ora non nutriamo solo noi, ma quello che mangiamo sarà la base per il nostro bambino. Può essere il momento giusto per un corso di cucina naturale, e imparare ad organizzare pasti sani ed equilibrati, magari facendo preparando un po’ di scorta utile nel dopo-parto
- Utilizzare strumenti di espressione artistica come il suono, il colore, il disegno, la scrittura…per esplicitare emozioni e sensazioni.
Uno studio condotto su un campione di donne iraniane in gravidanza ha mostrato infatti l’importante ruolo della terapia artistica basata sulla consapevolezza (MBAT) e sull’ascolto del momento presente nel ridurre lo stress e migliorare lo stile di vita.
- Cura del corpo: la pelle è il più grande organo di scambio con l’esterno, preferire olii idratanti che favoriscono l’elasticità dei tessuti. I massaggi, da sola o col proprio partner, rilassano i muscoli e riattivano la circolazione, inoltre il contatto fisico stimola e mette in comunicazione mamma-bambino-papà fin dai primi momenti.
- Immaginare e parlare con il tuo bambino: raccontagli sinceramente di te, di quello che senti, di quello che succede attorno.
- Chiarire con voi stesse e immaginarvi il parto e il post-parto: sarà più facile mettere dei confini per rispettare questo momento di grande intimità.
- Ascoltare musica
- L’acqua è l’elemento che ci fa regredire allo stato neonatale, ancora nella pancia della mamma. Oltre ai vari effetti fisiologici positivi, questo elemento ci mette in profonda comunicazione con il nostro bambino, e lo rende particolarmente attivo e dinamico. Si scaricano le energie negative e la sfera emozionale ne acquista in relax e benessere mentale.
- Eliminare il superfluo e creare un nuovo ordine funzionale per gestire al meglio gli spazi: vestiti, libri, oggetti, mobili, documenti…lasciate andare quello che non sentite più vostro. Un’azione pratica che stimolerà e rafforzerà la sicurezza e l’aspetto decisionale.
- Percorsi di meditazione e rilassamento: ne esistono molti anche su web, con esercizi guidati di respirazione e visualizzazione. Positivo anche lo yoga, diversi studi scientifici dimostrano che aumenta il benessere generale della donna in gravidanza: respiro, flessibilità, rinforzo muscolare, rilassamento.
- Allenarsi all’intimità: come scrive Michel Odent “gli esseri umani sono mammiferi. Tutti i mammiferi si nascondono, si isolano per mettere al mondo la loro prole: hanno bisogno di intimità. Per gli esseri umani è lo stesso. Bisogna riferirsi continuamente a tale bisogno d’intimità”.
L’invito è quello di sperimentare una dimensione più ancestrale ed “animale” durante il cammino delle 10 lune, la gravidanza: vivere questo viaggio come occasione unica per dare valore al nostro istinto e al cervello primordiale, affidarci ed attingere a risorse inaspettate, per allinearci ai nostri desideri ed accogliere al meglio la vita che verrà.
Fonti:
- Buckley S. J., Partorire e accudire con dolcezza, Il leone verde edizioni 2012
- De Luca E., In nome della madre, Feltrinelli 2006
- Hogg T., Il linguaggio segreto dei neonati, Oscar Mondadori 2010
- Noble Vicki, Il risveglio della dea, Tea Edizioni, 1996
- Odent M., Abbraciamolo subito!, Edizioni Red! 2006
- Jalambadani Z., Borji A., Bakaeian M. “Examining the effect of mindfulness-based art therapy (MBAT) on stress and lifestyle of Iranian pregnant women.” J Obstet Gynaecol. 2019 Oct 12:1-5.
- Holden SC., Manor B., Zhou J., Zera C., Davis RB., Yeh GY. “Prenatal Yoga for Back Pain, Balance, and Maternal Wellness: A Randomized, Controlled Pilot Study”. Glob Adv Health Med.2019 Aug 26
- http://lacapannadellalunaedellaterra.com/2016/12/30/cerchi-al-femminile-cosa/