Ottobre 7, 2019 / Articoli
Acqua: del rubinetto o in bottiglia?
Il corpo umano è immerso nell’acqua; tutti gli organi e apparati circolatorio, urogenitale, digerente, nervoso e sensoriale, sono in contatto con l’acqua.
E’ interessante sapere che la percentuale di acqua corporea è minore in una persona adulta rispetto al bambino, il neonato è costituito dal 70% di acqua, un bambino ad un anno è costituito dal 65% di acqua mentre l’adulto dal 60%.
Una corretta idratazione rappresenta la condizione essenziale per mantenersi in buona salute. Spesso la maggior parte delle persone non è consapevole di quanto l’acqua sia importante per la loro salute. Basta pensare che il nostro organismo può resistere molti giorni al digiuno, ma non alla mancanza di acqua.
L’acqua viene quindi considerato un vero e proprio Nutriente, un elemento essenziale dal momento che ci permette di ingerire i Sali Minerali (calcio, magnesio, sodio..) e ha molte funzioni biologiche come quella di trasportare nutrienti e farmaci, essere un substrato di reazione metaboliche, regolare la temperatura corporea e il volume cellulare, rimuovere le scorie metaboliche e tossiche, fornire stabilità elettrolitica.
Ma quale acqua è preferibile bere?
Quella del rubinetto è sicura? O è da preferire quella in bottiglia? Nel 2019 è ancora sostenibile l’utilizzo delle bottiglie di plastica o ci sono delle alternative?
Prima di tutto è importante conoscere e saper leggere correttamente l’etichetta dell’acqua e valutare quindi le proprietà chimico-fisiche delle acque potabili e minerali.
L’etichetta identifica tutti gli elementi e le caratteristiche di un’acqua minerale.
Sono 48 i parametri sottoposti ad analisi periodiche e molti di questi vengono riportati sulla confezione.
Vediamo quali sono le caratteristiche più importanti a cui fare riferimento.
RESIDUO FISSO
Esprime la quantità totale di sali contenuti nell’acqua: fluoruro, cloruro solfato, carbonato e bicarbonato, calcio, magnesio, sodio, potassio, ferro, manganese.
Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro. Questo valore si esprime in mg/L e permette di classificare le acqua in 4 categorie:
– Acqua minimamente mineralizzata (residuo fisso < 50 mg/L); indicata per chi soffre di ipertensione, nell’alimentazione dei neonati e per prevenire la calcolosi renale.
– Acqua oligominerale o leggermente mineralizzata ( residuo fisso < 500 mg/L)
– Acqua medio minerale (residuo fisso >500 e < 1000 mg/L)
– Acqua ricca di sali minerali (residuo fisso > 1000 mg/L); è un’acqua terapeutica molto ricca di sali minerali.
SALI MINERALI
Le acqua sono poi classificate in base alla loro composizione di sali minerali che contengono come si può leggere nella tabella qui sotto:
Tipo di Acqua | Tenore di | Mg/L |
1. Bicarbonata | bicarbonato | >600 |
2. Solforata | solfati | >200 |
3. Clorurata | cloruro | >200 |
4. Calcica | calcio | >150 |
5. Magnesica | magnesio | >50 |
6. Fluorurata | fluoro | >1 |
7. Ferruginosa | ferro bivalente | >200 |
8. Sodica | sodio | >200 |
9. Povera di Sodio | sodio | <20 |
– “contenente bicarbonato” HCO3 (il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/l): è indicata nei casi di ipersecrezione gastrica e nelle patologie renali.
– “solfata” (il tenore dei solfati è superiore a 200 mg/l): è lievemente lassativa e quindi indicata in caso d’insufficienze digestive.
– “clorurata” (il tenore di cloruro è superiore a 200 mg/l): ha azione equilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Ha inoltre azione lassativa e purgativa tipica delle acque salse o salso solfate.
– “calcica” Ca++ (il tenore di calcio è superiore a 150 mg/l): agisce a livello dello stomaco e del fegato. E’ indicata nella crescita e prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione.
– “magnesiaca” Mg++ (se il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/l): svolge prevalentemente un’azione purgativa, ma trova anche indicazioni nella prevenzione dell’arteriosclerosi.
– “fluorurata” o “contenente fluoro” (il tenore di fluoro è superiore a 1 mg/l): utile per rinforzare la struttura dei denti e per la prevenzione della carie dentale.
– “ferruginosa” o “contenente ferro” (il tenore di ferro bivalente è superiore a 1 mg/l): indicata nelle anemie da carenza di ferro.
– “sodica” (il tenore di sodio è superiore a 200 mg/l): influenza positivamente l’eccitabilità neuro-muscolare. Indicata in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva.
– “acqua a basso contenuto di sodio” Na+ (il tenore di sodio è inferiore a 20 mg/l): indicata per le diete povere di sodio.
DUREZZA
E’ il valore del calcare sciolto nell’acqua espresso in “gradi francesi”: quindi più il valore è alto e più l’acqua è calcarea.
PH
è un parametro che misura l’acidità dell’acqua. Se il valore è 7, l’acqua è neutra: più il valore è inferiore a 7 e più l’acqua è acidula; più è superiore a 7 e più l’acqua è alcalina. Quando c’è anidride carbonica, l’acqua è acidula perché questo gas si scioglie in acqua come acido carbonico.
CONDUCIBILITA’ ELETTRICA
È una controprova del residuo fisso poiché più minerali ci sono e più l’acqua permette il passaggio di una corrente elettrica. E’ espressa in microSiemens al cm. (µ S/cm). Una maggiore quantità di elettroliti significa alta concentrazione di minerali, valori bassi (sotto 100µ S/cm) sono tipici, invece, di acque povere di sali: le oligominerali.
NITRATI E NITRITI
Questo parametro è molto importante da considerare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione di neonati e bambini.
I nitrati sono sostanze presenti normalmente in concentrazioni minime e non pericolose.
Il massiccio impiego di fertilizzanti in agricoltura, può causare la penetrazione nel terreno di questi ed altri composti azotati, con conseguente inquinamento delle falde acquifere.
Se assunti in eccesso i nitrati possono ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue con conseguenze pericolose soprattutto per i neonati.
Ci sono due livelli di nitrati che possiamo trovare nelle acque minerali:
– 45 mg/L nelle ordinarie acque minerali
– 10 mg/L in quelle destinate all’infanzia.
Mentre per i nitriti – che dovrebbero essere assenti – il limite massimo consentito è 0,02 mg/l.
ACQUA POTABILE DEL RUBINETTO
E l’acqua da rubinetto che composizione di sali minerali ha?
Analizziamo qui di seguito l’analisi sull’acqua potabile di Venezia fonte Veritas, la quale rappresenta i valori medi di tutti i comuni serviti (Gennaio – Giugno 2019).
Come si può notare risulta essere un’acqua oligominerale, leggermente mineralizzata (vedi residuo fisso 281,4mg/L), povera di sodio (6mg/L) e alcalina (pH 7,7).
La durezza dell’acqua è piuttosto alta, 27,9°F si colloca, secondo la scala ufficiale, tra le “acque dure” (da 18°F a 30°F, oltre i 30° la classificazione è “molto dure”) quindi non adatte a chi soffre di calcoli renali o da alternare con altre tipologia di acqua.
Da notare la presenza non trascurabile di Nitrati di 16,1mg/L, il cui livello massimo presente nelle acque destinate all’infanzia è di 10mg/L.
Ci sono infine alcuni metalli tossici, quali l’arsenico, il cadmio, il cromo, l’alluminio che non devono superare i valori di legge (altrimenti l’acqua non può essere commercializzata)
IL PROBLEMA DEI PFAS
Visto che abbiamo appena analizzato le acque della Regione Veneto mi sembra giusto accennare al problema tanto discusso dei PFAS.
I PFAS sono dei composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.
Come conseguenza dell’estensiva produzione e uso dei PFAS e delle loro caratteristiche chimiche questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi.
Gli effetti di questi acidi perfluoroacrilici sulla salute sono ancora sotto indagine.
Nel 2002 durante un Congresso, 34esimo Joint Meeting of the Chemichals Committee and the Working Party on Chemichals Pesticidies and Biotechology viene riconosciuto che il PFOS è persistente bioaccumulabile e tossico per i mammiferi.
Nel 2006 l’Unione Europea ha introdotto restrizioni all’uso del PFOS, una delle molecole più diffuse tra i PFAS, da applicarsi a cura degli Stati membri.
Nel 2009 l’assemblea COP4 della convenzione di Stoccolma dispone l’elencazione di PFOS e derivati tra gli inquinanti organici persistenti (POP).
Tra il 2012-17 la UE inserisce tra le sostanze considerate altamente preoccupanti vari PFAS a catena lunga.
Al momento sono considerati fattori di rischio per moltissime patologie e si ritiene che siano sostanze cancerogene. Gli effetti sembrerebbero essere visibili a lungo termine dopo un’esposizione reiterata.
Nel 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti “emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani dal CNR e dal Ministero dell’Ambiente, ha segnalato la presenza anche in Italia di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.
In particolare è stato rilevato un importante inquinamento da PFAS in un’area tra le province di Vicenza, Verona e Padova. L’analisi sul sistema degli scarichi fognari del territorio interessato ha messo in evidenza che le concentrazioni più alte provenivano dal depuratore di Trissino; tra le principali fonti da cui avevano origine le quantità di PFAS scaricate in fognatura vi era l’azienda locale Miteni SpA.
L’intervento tempestivo ha permesso alle autorità regionali di mettere in sicurezza l’acqua potabile della zona interessata, tramite l’utilizzo di filtri a carboni attivi.
Nel 2013 non c’erano limiti definiti dalla norma per PFAS. Ad oggi non sono definiti a livello nazionale/comunitario limiti per scarichi idrici ed immissioni in atmosfera
Nell’immagine qui sotto si può vedere quali sono le aree maggiormente interessate alla presenza di PFAS.
Quindi riassumendo risulta chiaro che non ha senso parlare di proprietà dell’acqua o caratteristiche dell’acqua, ma “delle acque”.
Il problema non è quindi scegliere fra minerale o di rubinetto (che fra l’altro spesso si equivalgono) ma, ove occorra, scegliere sulla base della composizione delle varie acque in base alle proprie esigenze.
ACQUA IN BOTTIGLIE DI VETRO
Qualora la mia scelta fosse l’acqua in bottiglia sarebbe da preferire l’acquisto dell’acqua in bottiglie di vetro.
Ci sono diverse ditte di distributori che forniscono il servizio di consegna a domicilio risparmiando tempo durante la spesa e anche fatica.
Le bottiglie di vetro usate non devono essere gettate nella raccolta differenziata ma vengono restituite al distributore. Dopo il ritiro a domicilio, quest’ultimo le riporta all’azienda che effettua accurati cicli di pulizia e le riutilizza.
In questo modo avrò sempre acqua disponibile direttamente a casa andrò a diminuire il volume del mio bidone della plastica e ne guadagnerò in termini di salute dal momento che è dimostrato che le bottiglie di plastica rilasciano delle sostanze chiamate interferenti endocrini nell’acqua che beviamo (per approfondire Ftalati e BPA).
Concludendo l’acqua del rubinetto è sicura e rappresenta la scelta migliore da un punto di vista di impatto ambientale, ma abbiamo analizzato le sue caratteristiche e capito quali possano essere i suoi limiti. L’ideale sarebbe variare e ruotare sempre le varie tipologie di acqua che si prediligono.
Se scegliamo per esigenze personali, motivi di salute o di età l’acqua in bottiglia cerchiamo di preferire le bottiglie in vetro abbandonando l’abitudine di acquistare le bottiglie di plastica.
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