Novembre 6, 2017 / Articoli
Evviva la pizza
Condivido oggi con voi una stimolante e “gustosissima” esperienza di lavoro : realizzare una pizza sana e nutriente, in linea con le mie convinzioni in tema di corretta alimentazione. Il punto interessante è aver lavorato con un pizzaiolo professionista, preparato, appassionato e desideroso di migliorare la qualità nutrizionale del suo prodotto. Una situazione davvero fortunata perché ho trovato un ragazzo volonteroso che ha favorito ed accolto tutte le mie proposte con entusiasmo.
Obbiettivo della nostra ricerca : migliorare non solo la composizione della pasta ma anche della farcitura, creare una “pizza funzionale” ossia un prodotto tanto valido dal punto di vista organolettico quanto nutriente e sano . La riflessione di partenza nasce da un consiglio di Anna Villarini, coordinatrice dell’Istituto dei tumori di Milano, che suggerisce di realizzare la pizza con farina e sale integrali e lievito madre (intervista rilasciata al Corriere della sera del 7 ottobre 2014).
Quali ingredienti?
Il nostro percorso di studio-lavoro si è articolato in varie fasi. Il primo step è definire gli ingredienti dell’impasto base: un’ottima farina semi integrale biologica, di produzione locale e una buona pasta madre. La farina viene scelta macinata a pietra : il sistema di molitura più antico in cui il chicco viene sfarinato con il passaggio attraverso una coppia di pietre naturali che girano lentamente così da non surriscaldare il prodotto e ottenere farine integrali di notevole pregio. Con questa tecnica, gli oligoelementi del germe vengono assorbiti dalla farina stessa e le conferiscono un alto valore biologico, esaltano l’aroma e la fragranza del grano originario e ne garantiscono un’elevata digeribilità.
Nella ricerca di questo ingrediente chiave ci siamo imbattuti quasi per caso in un mulino a pietra che si trova a circa un’ora di strada dal laboratorio in cui si preparano gli impasti. Il grano biologico viene coltivato nelle zone limitrofe, rispettando così la filosofia del km 0. Immersi nell’ aroma della farina appena macinata , l’abbiamo toccata percependo la tipica untuosità del chicco macinato intero. La presenza di germe , endosperma e crusca rendono la farina un vero nutrimento ricco di proteine, lipidi, enzimi, minerali, fibra e vitamine. In base poi al grado di abburattamento, cioè alla percentuale di residuo di minerali e crusca presenti nel chicco macinato, la farina risulterà più o meno integrale. La percentuale di fibra presente in questa farina aiuta a limitare l’impatto glicemico della pizza, al tempo stesso non essendo troppo consistente si rivela delicata nei confronti della mucosa intestinale, anche a quella di bambini ed anziani che presentano una flora batterica incompleta. Gli sportivi, in particolare, possono contare su un apporto maggiore di minerali e proteine rispetto ad una farina bianca. La digeribilità viene favorita dalla pasta madre, in particolare da alcuni microorganismi che, secondo alcuni studi, digeriscono le componenti proteiche della gliadina rendendola meno tossica.
Il primo passo è fatto, ora la farina per le pizze di Luca è integrale, biologica (quindi priva di stabilizzanti, enzimi o ammendanti), macinata a pietra e a Km 0. Il lievito di birra è stato sostituito con la pasta madre viva che rende più digeribile e assimilabile l’impasto.
Può bastare?
Il nostro operatore però vuol andare oltre,si parla insieme di grani moderni e della modifica del loro assetto proteico- in particolare in questi chicchi le gliadine risultano in percentuale doppia rispetto al passato- che li rende potenzialmente più infiammatori ( da “grani Antichi”, G. Bindi, ed. Terra Nuova), si parla di “grani antichi “ e dell’impatto positivo che la loro coltivazione ha sulla salute e sull’ambiente (“ in Italia il 90% delle acque è inquinata da diserbanti e concimi”- prof Dinelli,progetto VIRGO). Emerge inoltre il concetto di forza di una farina (W) ossia la capacità di far lievitare un impasto; essa dipende dalla quantità di glutine che viene a crearsi quando le proteine (glutenine e gliadine) vengono a contatto con l’acqua .Le farine di grani moderni presentano grande forza e quindi un valore che si aggira tra i 300-400 W mentre farine di “grani antichi” presentano una forza nettamente inferiore, 50-130W, il problema di chi le utilizza consiste nella difficoltà di lavorazione. Cerchiamo, quindi, fin da subito di trovare il giusto compromesso tra qualità e facilità di lavorazione, utilizzando queste “nuove” farine ed il lievito madre.
Nasce un nuovo progetto
Partiamo con la ricerca della miscela ideale di “grani antichi” in modo da ottenere una soddisfacente lievitazione e un sapore unico, deciso e ricco delle sfumature che contraddistinguono queste speciali varietà di grano. Il nostro lavoro si amplia chiamando in causa anche Marco, il mugnaio proprietario del mulino sopracitato. Tra tutti i grani autoctoni presenti nella nostra miscela c’è il “Gentil Rosso”, un grano antico che verrà prodotto direttamente dal mugnaio per questo nuovo progetto. Il seme di grano è un essere vivente e si è evoluto con noi attraverso il sapiente lavoro del contadino con tecniche di selezione che avvenivano esclusivamente sul campo, non nei laboratori di ricerca come avviene dal’60 per i semi moderni. Questo è il grano “antico”: varietà di grano utilizzate fino a quando la genetica di laboratorio e l’irradiazione del chicco non hanno mutato a gran velocità la genetica del frumento privilegiando un seme che sia coltivabile ovunque, che generi piante basse e resistenti all’ uso massiccio di concimi chimici e diserbanti (distruggendo la biodiversità garantita dal lavoro del contadino). Da qualche anno è in atto una forte tendenza al recupero dei grani di antichi , piante alte che spodestano naturalmente le infestanti, fornite di radici molto profonde in grado di trarre i micronutrienti dal terreno necessitando di pochi fertilizzanti.
Sono molte, oggi, le associazioni di contadini che stanno passando al biologico , al recupero delle sementi locali e allo scambio dei semi (pratica in uso fino ai primi del ‘900).Per quanto riguarda l’effetto sulla salute dell’uomo,posso citare un interessante studio coordinato dal professor Dinelli dell’università di Bologna, il progetto Virgo: analisi comparative su cinque varietà di grani antichi tra cui il Gentil Rosso, mostrano come l’assunzione di pane prodotto con una delle varietà di queste farine possa far registrare un miglioramento del colesterolo totale di soggetti reclutati per lo studio (da “Grani antichi”, G. Bindi, ed.Terra Nuova). Il potere panificatorio di questi grani non è elevato, ciò dipende non solo dalla varietà ma anche dalla zona pedoclimatica, per questo motivo è fondamentale l’abilità di chi li utilizza nel trovare tanto il mix ideale di grani quanto le condizioni ambientali per favorirne l’interazione con la pasta madre.
Luca si butta a capofitto nello studio e nella cura del lievito madre, una creatura della quale si innamora presto e che, come previsto, gli da grandi soddisfazioni. Costituito da molteplici microorganismi quali saccaromiceti, batteri lattici e acetici , attraverso una fermentazione mista trasforma la farina permettendo l’ assimilazione dei minerali racchiusi dall’acido fitico, scrigno che altrimenti li terrebbe racchiusi in sé. La pasta madre nel laboratorio del nostro pizzaiolo mi ha sorpresa , la sua abbondanza e il suo gonfiarsi, la sua consistenza mutevole (più o meno elastica secondo il nutrimento che riceveva) il tripudio di aromi che sprigionava e che permettevano di capire se i microorganismi che la abitavano stessero lavorando o avessero bisogno di nutrimento, tutto questo portava alla mia attenzione la realtà della biodiversità di quel microcosmo .
Come rendere nutrizionalmente completa la pizza?
Si pensa finalmente alla farcitura! Si valuta che un aspetto fondamentale sia l’utilizzo di verdure di stagione e l’uso prevalente di ingredienti a crudo in modo da poter apprezzare tutte le caratteristiche organolettiche o nutrizionali altrimenti alterate dalla cottura. Un punto cardine consiste nell’ utilizzo di verdura, erbe aromatiche, germogli e semi oleosi così da arricchire di minerali, enzimi e soprattutto di vitamine la pizza altrimenti deficitaria perché sottoposta ad alte temperature!
La pizza concepita in questo nuovo progetto risulta non solo un alimento ma una vera arma di prevenzione rispetto a patologie diffuse quali diabete, ictus, obesità e tumore. Inoltre è un prodotto molto digeribile, molto delicato per l’intestino e per questo adatta anche persone che presentano una flora batterica incompleta oppure non in perfetto equilibrio (colon irritabile, disbiosi intestinale, intolleranze alimentari etc.).Presenta un consistente apporto di nutrienti quali lipidi, proteine, fibre e minerali che vengono completati dalle vitamine presenti nella farcitura; supporta bene il sistema immunitario ed infine ci regala aroma e sapore del grano antico. Per la scelta dei prodotti usati favorisce la biodiversità e la difesa dell’ambiente, fornisce al consumatore un prodotto di filiera trasparente e a km 0. La realizzazione di questo progetto è il risultato di una interazione tra differenti professionisti che si sono e si stanno agganciando in questo percorso di crescita mettendo in gioco il loro sapere, la loro capacità e la loro passione. Quando assaporo questa pizza provo grande gioia tanto per il palato quanto al cuore!
foto realizzata in campo presso il mulinoUn sentito ringraziamento alla pizzeria L’ Angolo Goloso per la collaborazione