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Una questione di tempo

post_giugno_imgRecentemente tra le nostre discussioni “interne” al NUPA sono stati molto presenti due argomenti: l’importanza della colazione ed i possibili vantaggi del digiuno o della restrizione calorica nelle sue varie forme: astensione dal cibo per uno o pi˘ù giorni, digiuno intermittente, limitazione di solo uno o pochi elementi della dieta, riduzione calorica del 20-60%.
Cosa hanno in comune questi due argomenti?


Si basano entrambi su considerazioni che aprono ad un cambio di prospettiva radicale rispetto alle diete basate sulle calorie, immaginando il corpo non come un contenitore che tot introduce e tot brucia ma come un sistema complesso ed efficientissimo capace di rapportarsi e di interagire con il mondo esterno a molti livelli. Cerchiamo di approfondire un poco senza scendere troppo nel tecnicismo.
Primo: alba e tramonto. La luce ha un ruolo importante nel metabolismo. Il corpo riconosce l’alba come un momento cruciale in cui il corpo sa che arriverà una nuova giornata, si libera degli scarti del giorno prima e si attiva per andare a procurare del cibo. In questo momento della giornata il messaggio che arriva può essere una buona colazione, che il corpo interpreterà come l’inizio di una giornata da vivere ad alta intensità, senza porsi il problema delle riserve. Oppure può essere un digiuno, magari la colazione fatta solo con un caffè, che dice al corpo: attenzione, giornata di magra! Uno studio del 2013 pubblicato su Obesity Journal mostra l’evidente vantaggio del praticare una dieta con le stesse calorie ma ripartite diversamente a colazione o a cena: chi consuma una ricca colazione ed una cena leggera ha una perdita di peso maggiore e migliora tutta una serie di valori che sono tipici fattori di rischio: glicemia, trigliceridemia, colesterolemia.
Anche il tramonto è fondamentale in questa regolazione, o forse dovremmo dire “era fondamentale”. La melatonina è molto nota ed è l’ormone che si occupa della regolazione del sonno e partecipa alla creazione del ritmo giorno/notte, è ben conosciuta ed usata nei casi di jet-lag; ha un sistema di regolazione basato sulla luce e sul buio e da come questisono percepiti dalla retina. La luce elettrica e l’abitudine di guardare schermi luminosi (tv, tablet, telefonini) fino a tarda notte, partecipa a starare questi meccanismi.
Secondo: oggi e domani. Nella nostra ricerca abbiamo individuato diversi studi che trattano l’argomento del digiuno più o meno rigido e prolungato e della restrizione calorica, in cui viene somministrata una percentuale di alimenti ridotta (20-60%). Non è facile trovare un’indicazione univoca di questi studi visto che sono stati effettuati con protocolli differenti, per esempio giorni di digiuno assoluto o parziale alternato a giorni liberi, periodi di dieta con giorni di restrizione, periodi misti di allenamento e restrizione delle calorie. Anche i tempi di applicazione sono diversi: lo studio più breve dura 22 giorni, il più lungo 6 mesi anche se molti si orientano tra le 8 e le 12 settimane.
Viste le differenze tra gli studi non sono evidenti relazioni dirette tra i parametri. L’indicazione che danno i risultati però è univoca e tutte queste pratiche hanno dimostrato dei vantaggi sia nella perdita di peso che nella composizione del peso stesso sia negli indicatori di prevenzione di cui sopra.
I sistemi che si attivano nel digiuno sono incredibilmente complessi e mettono in gioco un sistema di “controllo dei consumi” per cui entriamo in una fase in cui siamo efficienti consumando meno. Si attivano anche meccanismi affascinanti di riparazione cellulare, di blocco dell’invecchiamento e di autodifesa tra l’altro di alcune forme tumorali.
Com’è possibile che il corpo risponda migliorando in salute sia ad un messaggio di abbondanza che ad un messaggio di restrizione?
Il punto è proprio questo. Il corpo è capace di adattarsi per il meglio a tante situazioni diverse e, come dicevamo all’inizio, di interpretare l’ambiente e di interagire con esso sempre con grande efficienza. A quanto pare, cambiare ogni tanto, rimette in moto alcuni di questi meccanismi con i benefici correlati.
Dall’altro lato però queste pratiche sono evidentemente una forzatura a uno schema di alimentazione che l’uomo adotta da migliaia di anni. Uno stile di vita che rispetta i tre pasti principali resta il migliore e pensare che il digiuno sia una panacea è un errore. Un digiuno eccessivo porta al catabolismo dei muscoli ed a stati di stress e di cambiamento di umore come apatia e debolezza fino a stati più gravi come la chetosi, l’aumento dell’acidità metabolica e la perdita di importanti proteine del sangue.
Pensare che tutti i soggetti siano predisposti allo stesso modo è altrettanto sbagliato. In fase di sviluppo infatti queste pratiche sono sconvenienti e anche negli anziani gli studi dimostrano che la restrizione è controproducente, oltre alle limitazioni che possono verificarsi caso per caso.
I dati incoraggiano piuttosto ad adottare dei protocolli di restrizione, sotto controllo di professionisti in modo da avere la possibilità di selezionare il protocollo corretto in base al caso e di poter monitorare ed eventualmente modificare i parametri in base alle necessità. Questi protocolli devono comunque avere una durata determinata e basarsi su dei calcoli sulle riduzioni da effettuare in base al paziente ed al suo stile di vita.

Una risposta all'articolo

  1. Dilva
    6 Giugno 2016 - 14:10

    ho praticato il digiuno intermittente per tre mesi, 1 o 2 volte la settimana in base agli impegni. Nei giorni del digiuno assumevo 550 calorie al giorno suddivise fra colazione e cena, favorendo la colazione. Ho perso 5 kg ed il colesterolo è sceso da 260 a 205. Adesso ho sospeso per un mese. ma controllo l’alimentazione e lo stile di vita. Poi riprenderò per altri tre mesi.

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