Buon 2016, anno internazionale dei legumi

Questo è finalmente l’anno di riscatto dei legumi! dopo esser stati banditi dalle tavole nella convinzione che vi siano proteine di diverse levature e che quelle nobili stiano nella carne, perché sono ricchi di carboidrati e fanno ingrassare, perché danno meteorismo, finalmente i legumi tornano alla ribalta con grande clamore.

In questi anni li avevamo visti risalire la china comparendo nella piramide alimentare in una posizione di tutto rispetto ovvero accanto al pesce e non accanto a pane e patate come invece ancora troppo spesso li vediamo comparire nelle diete dei centri diabetologici. Poi nelle linee guida di prevenzione cardiovascolare per la loro spiccata capacità di abbassare il colesterolo LDL (volgarmente chiamato “cattivo”), ma poi anche come proteine “sane” nei 10 punti del WCRF per la prevenzione delle malattie tumorali e nel piatto della salute della Harvard University. E a gran clamore infine gli è stato dedicato un intero anno: il 2016 è stato proclamato dalla FAO(Food and Agriculture Organization) “Anno internazionale dei legumi”.

Dall’ONU perché i legumi sono tra gli alimenti più idonei a sfamare tutto il mondo; le loro proteine sono a bassissimo impatto ambientale, fatta eccezione per la soia, consumano pochissima acqua per la loro coltivazione, arricchiscono il terreno di azoto grazie alle colonie di Rhizobium, microrganismi azotofissatori, che colonizzano le loro radici.

Ad esempio per produrre un chilo di lenticchie servono 50 litri di acqua, per un kg di soia 2000, per un chilo di carne di pollo 4.325, per uno di manzo 13.000, inoltre le proteine dei legumi costano un quinto di quelle del latte!

Nei Paesi in via di sviluppo i legumi rappresentano il 75% della dieta, in quelli industrializzati solo il 25% e com’è risaputo nei paesi industrializzati si sono fatte largo, dapprima nella popolazione adulta e poi sempre di più in quella infantile, le cosiddette malattie del benessere come diabete, allergie ambientali, ipertensione, obesità ecc, direttamente collegabili allo stile di vita e all’alimentazione. Per quest’ultima i danni peggiori provengono più che dagli alimenti che si consumano, dal consumo insufficiente di frutta, verdura, legumi, cereali integrali (il famoso pane nero!), mandorle noci e altra frutta a guscio.

Per fortuna gruppi sempre più diffusi di nutrizionisti e agricoltori, entrambi interessati alla salute dell’uomo e dell’ambiente, conoscono bene l’importanza del consumo frequente, perché no,  quotidiano dei legumi; noi nutrizionisti li possiamo far apprezzare facendo fare esperienza sui i vantaggi nelle diete dimagranti e nella gestione del diabete e del colesterolo. I contadini li coltivano recuperando vecchie varietà (ci tengo a segnalarvi le iniziative per il 2016 del gruppo coltivarcondividendo) prima di tutto per poter continuare ad avere alimenti nutrienti che possano essere prodotti nonostante i sempre più evidenti cambiamenti climatici, ma con il grosso valore aggiunto di recuperare alimenti che fanno parte della nostra memoria collettiva delle nostre radici, di quei sapori e di quei riti che ci fanno sentire “a casa”. Questo concorre a mantenere la curiosità nel viaggiatore, per un turismo che arricchisca chi viaggia e chi accoglie, a differenza del tutt’ora dilagante turismo consumistico. Quando viaggio, sarà che adoro i legumi, ma mi stupisco sempre di come ogni paese ha legumi curiosi, con sapori sempre diversi e sempre straordinari, porto il ricordo delle forme, dei sapori, delle consistenze… Potremmo proprio dire paese che vai legume che trovi!

Per questo 2016 noi gruppo dei Nutrizionisti per l’Ambiente (NUPA), pensiamo di organizzare degli eventi itineranti, state all’occhio! Buon Anno

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