Giugno 9, 2014 / Newsletter
Pensiero Bio di Franco Zanoni
Pensiero biologico? Perché no?
In questo particolare periodo della vita stiamo assistendo ad un susseguirsi di eventi drammatici che mettono a dura prova le risorse degli esseri umani e della terra.
Qualche esempio? Gli OGM che arrivano da lontano e in maniera subdola finiscono sulla nostra tavola. La chimica impiegata nell’agricoltura convenzionale e intensiva i cui residui anche dopo un lungo viaggio nei fiumi, assieme a quelli della chimica industriale, finiscono in mare per la gioia dei pesci che nell’acqua vivono e degli esseri umani che non vivono nell’acqua ma di acqua vivono. Gli allevamenti intensivi per la produzione della carne e dei suoi derivati, del latte, formaggi e uova che sono ritenuti i maggiori responsabili dell’effetto serra. Il dissesto idrogeologico. L’impoverimento dei rapporti interpersonali e …… mi fermo qui, per ora! Facciamo un respiro profondo anche se viviamo in città.
Questi pochi argomenti potrebbero bastare per sentire la necessità e l’urgenza di fare tutto il possibile a livello personale per sviluppare una mente biologica, una mente in sintonia con la logica della vita. Se i pensieri nascono da una mente biologica è molto probabile che siano anch’essi biologici, che non siano in competizione con la vita per sopraffarla ma che producano effetti in accordo con la logica della vita, così da riuscire a pensare al biologico non riferito ad ambiti ristretti e settoriali ma in senso olistico. A me non basta sapere che un prodotto è stato coltivato con metodi biologici se poi quel prodotto arriva dalla Cina, solo per fare un esempio, con tutto ciò che questo comporta; tanto più se è un prodotto che può essere coltivato anche vicino a casa, come mi è accaduto recentemente con i semi di girasole che, pur piacendomi molto e apprezzandone le qualità, ho lasciato nel dispenser del supermercato del biologico: Non faccio il nome del supermercato perché purtroppo ho avuto conferma che per alcuni prodotti funziona così anche negli altri rivenditori di prodotti bio. Sarebbe meglio, almeno per me, non trovare un prodotto se non risponde ad un pensiero biologico più ampio e al suo posto leggere un bel cartello che informa il cliente perché quel prodotto manca dallo scaffale. Come consumatori abbiamo un potere che nessuno ci può togliere ed è quello della scelta. Scelta che può riguardare sia i prodotti che acquistiamo che lo “stile di vita”. Chissà questo potrebbe forse accadere più facilmente se riuscissimo a recuperare una mente biologica, magari cominciando ad ascoltare con più attenzione noi stessi e gli altri.