Maggio 31, 2014 / approfondimenti
Ma mangiare bio costa davvero troppo?
Ecco una vera sfida che io e Sofia abbiamo accettato l’anno scorso, ci siamo divertite ed alla fine la sfida è stata accettata da una giornalista di Repubblica che ha sperimentato mangiando seguendo il nostro menù un’intera settimana. Potete leggere l’articolo con tanto di ricette e foto sulla pagina di cucina di D di repubblica. Aspettiamo i commenti
franco
2 Luglio 2014 - 00:35Anche se il calcio, quello giocato, non rientra nei miei interessi, nemmeno in quelli più remoti,
prendo in prestito una terminologia usata in questo periodo per dire che vi aggiudicate la sfida “Ma mangiare bio costa davvero troppo?” per 3 a 0.
Uno – perché dimostrate conti alla mano che mangiare biologico non è così costoso come verrabbe da pensare, considerando anche il fattore qualità, con quel che ne consegue in termini di salute e scusate se è poco.
Due – per la completezza e l’equilibrio dei componenti alimentari cioè vitamine, proteine, carboidrati, grassi dei quali avete tenuto presente nei menù quotidiani.
Tre – per la varietà dei piatti e delle ricette molto appetibili proposti, considerando che la sfida riguardava il mangiare biologico cioè sano, ed era rivolta ad un vasto numero di lettrici e lettori direi eterogeneo senza per questo dover considerare le varie scelte alimentari personali. In ultima ma non per ultima la presentazione dei piatti sempre piacevole e accurata perché come si sa anche l’occhio vuole la sua parte.
Non ho ben capito perché la giornalista Elisa Poli che ha curato il servizio giornalistico provando in prima persona le vostre proposte, abbia messo tra i “contro” che ci vuole testa. Spero con questo non volesse dire che riempire a casaccio il carrello della spesa sia “pro”.
Usare la testa riguardo al fare la spesa alimentare, e aggiungo maliziosamente anche per altre scelte, mi sembra una cosa intelligente a prescindere dal biologico.
A tal proposito sarebbe utile ricordare lo spuntino n. 23 di Sofia: facendo la spesa.
Forse sono troppo esigente ma mi sarebbe piaciuto che nell’articolo ci fosse un seppure timido accenno al fatto che mangiare biologico comporta “a monte” una forma considerevole di risparmio economico ma non solo economico e che riguarda l’ambiente.
Chissà che in un futuro più prossimo che lontano sia possibile mettere in evidenza da parte di una testata giornalistica molto letta, i “pro” legati alla produzione di alimenti biologici. Sarebbe un bel segnale di apertura mentale nel senso di mettere in pratica una forma di pensiero allargato.
In fine un grazie sincero a Michela e Sofia per aver trattato un argomento così importante e per il lavoro fin qui svolto a Elisa Poli.
Franco