Alimenti “funzionali”: indispensabili?

Inizio a sentirmi vecchia in  questo mondo moderno, a pensare un po’ come mia nonna, soprattutto quando vedo spuntare sul mercato certi prodotti di “nuova concezione” come la pasta “funzionale” fatta con “nuovi sfarinati ricchi di vitamine, sostanze antiossidanti e proteine di alta qualità, ottenuti da grano duro decorticato e macinato con mulino a pietra, integrato con beta glucani di orzo (ricchi di fibra dietetica solubile e responsabili di un effetto prebiotico)…

A questa miscela di sfarinati sono stati poi aggiunti – per la prima volta nell’industria della pasta – spore di batteri lattici del gruppo SFLAB (spore forming lactic acid bacteria) in grado di resistere alle alte temperature della cottura.” (www.ilfattoalimentare.it ) oppure il pane fatto con la farina a marchio registrato ®! che promette un pane di colore bianco ma con le stesse proprietà nutrizionali di quello integrale e molte altre proposte del mercato…non riesco a non domandarmi, ma perché dobbiamo mangiare i lattobacilli nella pasta e non pasta di buon grano duro e yogurt o crauti a parte? e perché non possiamo far abbattere l’acido fitico ai batteri della pasta madre invece che farlo togliere industrialmente? pagando per di più un prezzo aggiuntivo per marchi registrati e non a produttori che lavorano per noi per migliorare le caratteristiche del grano che mangiamo?

 Se la crusca ci disturba, possiamo acquistare farine semintegrali oppure procurarci un setaccio e toglierla, magari nel mentre setacciamo riusciamo anche a fermarci e pensare con la nostra testa!

 Se il nostro intestino si lamenta … cerchiamo di ascoltarlo, avrà sicuramente molto da dirci; invece siamo abituati a non ascoltarci, presi dalla fretta e dalla perenne necessità di efficienza, se l’intestino si gonfia e ci da noia togliamo frettolosamente gli alimenti, (spesso farina integrale e legumi), che fanno la “spia”, che ci stanno solo facendo un favore dicendo: c’è un problema quaggiù! … il problema nella maggior parte dei casi non lo creano loro, ma è creato dalla fermentazione di altri alimenti, spesso zucchero o latte, mangiati di fretta o  sotto pressione delle molte cose da fare.

 Forse allora dovremmo riuscire a soffermarci un po’ di più, ritornare ad usare ogni tanto il buonsenso unito alla capacità critica per riuscire a non lasciarci intrappolare nel business e iniziare veramente a  riprenderci cura di noi e della nostra salute, lasciando la strada della sempre maggior industrializzazione dei nostri alimenti, perché questo è solo imprenditoria…a fin di bene?

 

 Scusate per lo sfogo, ma sempre più spesso si vedono persone risolvere problemi intestinali “solamente” mangiando cibi meno industrializzati, e sempre più spesso vedo contadini semplici, che lavorano con il cuore,  in grosse difficoltà a causa di un mercato spietato. E la nostra salute sta proprio lì, nel mettere insieme l’ascolto di noi stessi con un’alimentazione genuina.

3 Risposte all'articolo “Alimenti “funzionali”: indispensabili?”

  1. Franco Zanoni
    9 Dicembre 2013 - 18:23

    I così detti “Alimenti Funzionali” sono sicuramente funzionali e indispensabili….. per chi li produce e li vende mentre ho serissimi dubbi che lo siano per i consumatori, cioè noi. Resta pur sempre il fatto che se è vero che le grandi industrie produttrici sono libere, purtroppo, di immettere sul mercato degli alimenti qualsiasi cosa producano, i consumatori, cioè noi, siamo altrettanto liberi di scegliere e con qualche sforzo anche di pensare, che potrebbe anche voler dire ascoltarci, per capire e trovare le risposte alle domande che a te ma non solo a te è naturale si pongano di fronte a questioni come i così detti “Alimenti Funzionali”. Solo uno sprovveduto e babbeo potrebbe trovare naturale introdurre nel proprio corpo del cibo, cibo?, così manipolato. Forse l’unico motivo per il quale potremmo mangiare quei prodotti è per rendere felici i produttori ma in questo caso diverremmo complici della loro stoltezza. E così la risposta vien da sé.
    Le grandi industrie alimentari e non solo alimentari investono grandi somme di denaro nella ricerca per immettere sul mercato prodotti nuovi che però servono al funzionamento di organismi presenti sulla terra da qualche migliaio di anni e che hanno già a loro disposizione quello che serve per funzionare bene. Troppo semplice? Sì troppo semplice per un sistema industriale che pur di produrre produce cose inutili magari inquinando l’ambiente,il fisico e le menti delle persone. Molto meglio pensare come tua nonna senza per questo sentirti “vecchia”, gentile Michela, che sicuramente ha vissuto in un ambito per altri aspetti difficile ma meno complicato.
    Franco Zanoni (camper)

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  2. Caterina
    19 Dicembre 2013 - 09:58

    Vedo anch’io molte persone che non si fermano a riflettere,e in questa riflessione aiuterebbe proprio l’esempio della vita alimentare della nonna, che tutti abbiamo. Vedevo ieri su Geo e Geo l’alimentazione del popolo delle isole Tuvalu : i cereali ricavati al momento dall’albero del pane, l’acqua potabile che è semplicemente la linfa delle piante di cocco i cui germogli vengono tagliati per gocciolare, poi pesci mangiati addirittura in acqua. Le mamme soprattutto, le famose mamme per cui la Kousmine teneva, mi sembra, presso l’università di Losanna dei corsi di educazione alimentare, non vedono come sia necessario ritornare indietro per preservare la salute, per fortificarsi ?

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    1. Michela Trevisan
      3 Gennaio 2014 - 19:14

      Proprio le mamme e soprattutto neomamme, se non hanno avuto modo di riflettere prima della gravidanza sull’importanza e sul significato di una vera sana alimentazione, possono cadere nel tranello pubblicitario che cerca di farci credere come l’industria possa produrre, soprattutto per i bambini, alimenti migliori rispetto a quelli naturali spacciati spesso per più carenti o meno igienici, comunque meno controllabili (da chi? e con quali parametri?)…e quindi continuiamo instancabilmente a cercare di aumentare il senso critico dei consumatori tutti! saluti cordilai Michela Trevisan

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