26 Maggio 2012 – Vegetarianismo: l’alimentazione del futuro? – Venezia

La Dott.ssa Michela Trevisan interverrà ai lavori di questa giornata sul Vegetarianismo

 

Una risposta all'articolo

  1. Ottavio
    27 Agosto 2012 - 11:18

    Chi abbraccia il vegetarianismo, magari dopo un viaggio in India, si sofferma solo sull’aspetto di “purificazione” fisica e spirituale suppostamente legato all’eliminazione di carne e pesce dalla propria dieta. Ma ignora (o sceglie di ignorare) il pregiudizio diffuso dalle culture che stigmatizzano come degradante la lavorazione e l’assunzione di cibi variamente considerati “impuri” o “tabù.” Tali culture reputano spiritualmente, e quindi anche socialmente, “inferiori” le caste delle persone che invece di quei cibi si nutrono, o che li lavorano (in tutta una serie di attività che includono la pastorizia, la macellazione e il commercio delle carni, ma anche la pesca, la lavorazione e la vendita del pescato e, ovviamente, la preparazione di piatti che contengano questi cibi). In India, la casta dei macellai è considerata infima, e tutt’oggi esposta a emarginazione, disprezzo e umiliazioni paragonabili a quelli che, nella nostra cultura occidentale, erano anticamente associati alla condizione dei braccianti. Il problema sociale delle caste viene affrontato seriamente nell’India moderna, ma non cessa di esistere, spesso anche in forme molto gravi e del tutto indegne di un paese civile. Sono aspetti che i fans occidentali del vegetarianismo preferiscono trascurare. Ma, anche senza andare ad analizzare la cultura indiana, possiamo semplicemente evidenziare come, nella nostra stessa società, il credo vegetariano di “purificazione” fisica e spirituale implichi la collocazione su un livello spirituale inferiore di tutti coloro che invece non seguono quella dieta, e quindi in definitiva un pregiudizio (o, quantomeno, un giudizio morale negativo) contro di loro. Bisognerebbe invece stare sempre solidamente ancorati al presupposto fondamentale secondo cui tutti gli esseri umani hanno pari dignità. A volte si ha proprio l’impressione che alcuni abbraccino il vegetarianismo giusto per trovare un pretesto che gli consenta di esercitare una qualche superiorità morale o intellettuale, e persino una sorta di magistero verso chi vegetariano non è. Non si tratta ovviamente della maggioranza dei vegetariani, ma sono comunque una buona parte. Persone generalmente mediocri, o comunque non dotate di grandissima personalità, sempre alla ricerca di nuove mode o di pretesti per tentare di emergere dal mucchio. Sono un po’ come certe persone che abbracciano la moda dei tatuaggi, pensando magari di sopperire con l’inchiostro sulla pelle a tutto l’inchiostro dei libri che non hanno mai letto: in mancanza di cose interessanti da dire, lasciano che i tatuaggi parlino per loro.

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