Aprile 4, 2012 / Articoli
“IO sono solo un contadino”
Questa mattina, cercando di scalfire lo zoccolo duro di mail accumulate in questo periodo, mi sono imbattuta in una frase che mi ha catapultata in una riflessione… basta aprire un giornale o accendere quell’oggetto misterioso chiamato TV per sentir parlare diffusamente di salute e di prevenzione, di stili di vita che fanno ammalare o che ci aiutano a stare meglio.
Si parla di obesità infantile (un flagello di cui poco ci si rende conto), si parla di aumento di tumori infantili, di inquinamento ambientale e del nostro corpo, fino ad arrivare all’importanza della qualità del cibo che consumiamo, di cui ancora c’è pochissima coscienza…basta guardare ciò che si vende nei supermercati in barba a tutte le ricerche, a tutte le evidenze scientifiche! Si parla anche molto dell’importanza di fare il giro di boa nei consumi sia per la nostra salute legata al cibo che ingeriamo che per le ricadute ambientali dei rifiuti prodotti…
…e nella mail di stamane leggo questa affermazione…”IO sono solo un contadino” …eppure la nostra salute è in mano ai contadini, a quelli “piccoli” e quelli “grossi”, “industriali”, è in mano alle loro scelte, su cosa e come coltiveranno, se coltiveranno con coscienza per l’ambiente, per la loro e la nostra salute, o coltiveranno per il profitto, per il mercato…questa popolazione invisibile ai più, che non sentiamo la necessità di conoscere, a cui però affidiamo uno dei beni più preziosi, forse il più prezioso che abbiamo, la nostra salute.
… e poi rifletto… quando però ci siamo ammalati vogliamo veder negli occhi il medico che si prenderà cura di noi, sentiamo il bisogno di instaurare un rapporto di fiducia…e diventa il Signor dottore, mentre chi veramente può evitarci la malattia con la sua cura nella produzione del cibo è solo un contadino.
Serena Pasqua a tutti!
Linda
4 Aprile 2012 - 17:04condivido con te quanto hai scritto Daniela, perchè mi fai venire in mente una bella frase filosofica di Ipocrate che dice: “fai del tuo cibo la tua medicina”. Quindi dicendo che per evitare le malattie, principalmente dipende dal contadino di come coltiva la produzione di verdure e frutta che poi ce li troviamo nel piatto.
Bella riflessione… mi piace :-)