Aprile 30, 2011 / Articoli
Il ritorno di mamma mucca!
Ne sentivamo proprio il bisogno…latte materno prodotto da mucche geneticamente modificate, ecco la notizia apparsa pochi giorni fa sul giornale online della Coldiretti.
Leggendo questo articolo ho sentito un senso di smarrimento. Mi sono subito resa conto che non derivava tanto dal sentirmi o non sentirmi d’accordo con la diffusione degli OGM, o degli OGM nell’alimentazione dei bambini, ma quanto per il fatto che si è perso come riferimento il bambino, la sua crescita e la sua salute, anche quando si parla di alimentazione del bambino. Tutto il mondo è concorde nel sostenere che l’unico alimento adatto alla crescita equilibrata dell’essere umano, come per tutti i mammiferi, è il latte della propria madre o comunque un latte specie-specifico (adatto alla crescita di quella specie) e quindi per i nostri figli il latte più adatto, dopo quello della propria madre, è quello della vicina di casa, della zia, di un’amica, volendo allargare ad una cerchia più ampia, quello di un’altra donna. Ma questo latte non viene proposto quando il latte materno non si dimostra sufficiente per il lattante, eppure sembrerebbe la cosa più naturale, e fino a pochi decenni fa lo era. Oggi si cerca direttamente un sostituto, magari che sia il più simile possibile, prodotto industrialmente, oppure, per uno scrupolo di maggior naturalità, viene studiato e proposto il latte di asina, dopo aver avuto numerose conferme che il latte vaccino non è proprio adatto all’essere umano, quanto meno durante il primo anno di vita.
Ed infatti verso la fine dell’articolo potete leggere…<<Senza voler ricorrere al “latte di Frankenstein”, in Italia si sta tra l’altro riscoprendo il latte d’asina con il quale si ottengono ottimi risultati per i bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno.>>
Ma il latte di asina sarà proprio così adatto alla crescita dei nostri figli? E quello industriale “umanizzato”? Lo scopriremo valutando lo sviluppo dei bambini che li avranno assunti chiaramente…
Un’ultima considerazione sulla quale dobbiamo riflettere è che siamo più legati al consumo di latte di mucca che al nostro latte! provate a pensare lo sguardo compassionevole o di rimprovero che viene rivolto ad una madre che decide di non dare latte di mucca almeno a colazione ai propri figli ed ancor più se decide di dare il proprio latte ai bambini di 2-3 anni, quanti adulti continuano a consumare latte di mucca pluriquotidianamente (cappuccino, caffè macchiato ecc.). Ma se una mamma non ha latte per allattare…non è un problema, nessuno si turba quando vede un bimbo assumere latte artificiale o di mucca da un biberon!
I nostri figli sono il bene più prezioso per noi, ma sono anche un bene comune, sociale, perché non li tuteliamo come tali?
Perché allora non facciamo un passo indietro per cercare di recuperare veramente l’allattamento al seno per i bambini, proponendo il latte materno, laddove possibile ed in sua sostituzione un latte umano? quante donne ci sono in questo momento in Italia che stanno allattando? e quante potrebbero ancora allattare? (anche dopo anni dalla fine dell’allattamento, con un po’ di pazienza si può riprendere…), tutte queste donne potrebbero soddisfare le esigenze lattee di molti bambini.
p.s. Arriverà anche la seconda parte dell’articolo sulla spesa biologica…
Franca Oberti
30 Aprile 2011 - 14:51Giorni fa sentivo parlare dell’uso della fitoterapia nell’alimentazione animale. Qualcuno faceva l’esempio: “Aggiungere e.s. di tarassaco ai bovini, migliorerebbe la qualità del latte e della salute dell’animale…” ecc. Ho pensato che basterebbe lasciarle ancora andare nei pascoli e lasciarle nutrire di tutte quelle belle erbe che ora nascono, fioriscono e seccano senza beneficiare nessuno!