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Un “innocuo” piatto di pasta! (A casa come a scuola)

Uno dei pasti apparentemente più innocui, ma insidiosamente più dannosi per la salute è…il “semplice” piatto di pasta bianca, o ancor peggio di riso brillato, … ma condito solo con l’olio! Non metto proprio nient’altro, assolutamente non burro o condimenti, e poi… è pasta di kamut!

Mi trovo disarmata davanti a queste affermazioni che mi vengono fatte sempre più spesso da donne e uomini che combattono con la linea e con il tempo, con i gusti dei figli e con una cattiva digestione…oppure nelle famiglie che stanno cercando di avvicinarsi ad un’alimentazione più sana, meno industriale…

purtroppo un piatto di pasta, anche se bio, può diventare il peggiore dei pasti, alla stregua del vero junk food, a casa come a scuola!

Ma perché mai affermo questo?

Un pasto basato su pasta bianca, riso brillato, spuntini di pane bianco o cracker sono indicati e molto utili prima di un’attività sportiva dove viene richiesta energia spendibile immediatamente. In tutti gli altri casi, soprattutto per chi poi rimane seduto per lavoro, per studio, spostandosi in auto, risulta un pasto vuoto e contemporaneamente troppo pieno…troppo vuoto di fibre, di minerali (magnesio, calcio, ferro, ecc.), di vitamine del gruppo B (indispensabili all’equilibrio del sistema nervoso e dell’apparato digerente), troppo pieno di zuccheri veloci, che esplosivi per il nostro organismo. Infatti se consumiamo un pasto di questo tipo più volte durante la settimana, o pasti analoghi come i diffusissimi spuntini a base di crackers o gallette di riso (ma biologiche!) aumenteremo più facilmente di peso (a parità di calorie!) e saremo più predisposti a danni a lungo termine per l’assenza di sostanze indispensabili al mantenimento della buona salute e anche per i danni causati quotidianamente dai picchi di glicemia conseguenti al consumo di questi pasti ad alto indice glicemico (l’indice glicemico di un alimento indica la velocità con cui un alimento rilascia il glucosio nell’intestino e di conseguenza nel circolo sanguigno).

I picchi glicemici, se non utilizzati per un’attività fisica intensa e immediata, portano a momenti di iperattività fisica ed intellettuale con successivi tracolli di nervosismo e stanchezza. Predispongono inoltre a sviluppare nel tempo:

  • diabete tipo 2
  • aumento dei trigliceridi
  • squilibrio dei rapporti tra colesterolo buono (HDL) e cattivo (LDL)
  • problemi ormonali legati allo squilibrio di estrogeni (anche predisposizione a tumori ormonosensibili)
  • aumento della proliferazione cellulare (psoriasi, masse tumorali, endometriosi, ecc.)
  • deposito di grasso anche a livello viscerale
  • steatosi epatica

Tutto questo accade anche nell’organismo dei bambini che sono, tra l’altro, in una fase di sviluppo a 360°, sviluppo anche del gusto e delle abitudini di scelta dei cibi “buoni”(cfr post “il futuro nello svezzamento” e “bambini aromatizzati”). I bambini in questa fase imparano dalle proposte degli adulti di riferimento quali sono le abitudini salutari che poi cercheranno di replicare una volta conquistata l’indipendenza. Sarebbe quindi importante ed opportuno, facendo riferimento alle ormai consolidate ricerche e linee guida internazionali, educare i bambini ad un’alimentazione che li aiuti a mantenersi sani e normopeso in modo naturale, facendo radicare sapori e piaceri della tavola che in questa fase della vita lasciano ricordi indelebili.

In questo ultimo periodo mi sono inoltre capitati sotto gli occhi alcuni menù scolatici “biologici”. Benissimo ho pensato tra me e me, finalmente si inizia a pensare alla salute dei bambini! E di riflesso si sensibilizzano i genitori, soprattutto se l’inserimento degli alimenti “biologici” viene argomentato e ben motivato attraverso incontri con i genitori.

Ma, dopo il primo momento di entusiasmo, con alcune vocine dentro di me che dicevano “le cose si muovono finalmente verso la direzione giusta!”… guardando il menù mi sono resa conto che per la salute dei bambini sarebbe cambiato ben poco.

Indubbiamente i residui di pesticidi sarebbero stati inferiori, ma la varietà e il contenuto nutrizionale sarebbe cambiato di poco…anzi in taluni casi peggiorata! cosa voglio dire?

I menù che mi sono passati sotto il naso prevedevano il consumo quotidiano di pasta raffinata, riso brillato, pane bianco, alimenti che possono piacere, ma che non possiamo dire che siano salutari soprattutto se vengono utilizzati come base quotidiana per gli organismi in crescita dei bambini.

Niente legumi, cereali come miglio e orzo che sono ottimi, direi indispensabili per la crescita dei bambini, mai ricotta al posto dei formaggi, quasi mai uovo, rarissimo anche il pesce (e non parlo chiaramente di bastoncini!) per i non vegetariani.

Pasti spesso privi di verdure, sostituite dalle patate! Comunque con verdure servite dopo le pietanze, e ormai tutti lo sappiamo, la maggior parte dei bambini (e anche degli adolescenti) mangia le verdure se preso per fame e quindi le verdure, indispensabili a prevenire obesità, e malattie in genere, anche semplicemente quelle da raffreddamento, vanno servite come primo piatto!

Ma forse mi sono capitati sotto il naso solo i menù peggiori? Me lo auguro.

8 Risposte all'articolo “Un “innocuo” piatto di pasta! (A casa come a scuola)”

  1. Anna Maria Pistone
    6 Marzo 2011 - 08:35

    Carissima Dottoressa,

    purtroppo non le sono capitati i menu peggiori, ha descritto perfettamente il menu della scuola materna di mia figlia. Senza contare poi che i bambini adorano la pasta a discapito di tutto il resto: mia figlia spesso torna a casa dicendo che ha mangiato ben 2 piatti di pasta, ovviamente saltando tutto il resto, ma magari mangiando, alla fine del pasto, il suo bel panino morbido..Lei è felice, io un po’ meno…E’ vero che i bambini seguono i modelli alimentari proposti dagli adulti, ma di fronte alla “bontà” del panino bianco faccio fatica a farle apprezzare la fetta di pane integrale fatto con lievito madre (questo sconosciuto…) magari con i semi..I modelli (sbagliati) esterni sono dappertutto ed è davvero faticoso per un genitore poter sempre spiegare, soprattutto ad un bambino piccolo, l’importanza di mangiare cibi semplici, così come la natura ce li ha offerti. Non le dico quante mamme si presentano all’uscita della scuola con sacchetti di patatine, pizzette di pasta sfoglia o merendine industriali, per non parlare poi di tutta la gamma di cioccolata Kinder (che, in inverno, dà energia, poi c’è il latte…)..Mia figlia per ora si accontenta delle merende che le preparo io, ma per quanto durerà? Scusi se mi sono dilungata, ma è un argomento molto interessante sul quale bisognerebbe spendere fiumi di parole….Un caro saluto

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      6 Marzo 2011 - 17:55

      Cara Anna Maria, le parole spesso scivolano addosso, bisogna iniziare ad agire con proposte concrete nelle scuole ed ai bambini che si mostrano spesso molto disponibili al cambiamento…chi fa più fatica siamo noi genitori! non ricordo dove abita… tra aprile e maggio partirà un’iniziativa in una scuola di Preganziol (TV) che coinvolgerà inizialmente genitori, insegnanti, personale della mensa e a seguire, il prossimo anno, anche i bambini…tenga d’occhio la newsletter se le può interessare…grazie infinite per il bel commento appassionato!

      Rispondi
  2. Anna Maria
    7 Marzo 2011 - 08:58

    Cara Dottoressa,

    terrò d’occhio sicuramente quest’iniziativa. Noi abitiamo a Spinea e qui c’è davvero molto da fare in questo senso, quindi ben vengano gli spunti e le idee di altri comuni. Grazie e buona settimana!

    Rispondi
  3. Teresa
    21 Aprile 2011 - 08:23

    Carissima Michela,sempre interessanti e utili i tuoi consigli!Ho insegnato fino a 2 anni fa in un liceo scientifico e anche li’ gli studenti si abbuffavano di alimenti confezionati,tipo focacce unte straunte,pizze con su mozzarelle e altro.Dopo una ora che avevano consumato queste merende,erano di nuova affamati e,quindi,di nuovo si precipitavano alle macchinette.Non c’era niente da fare,nonostante tu lo spiegassi,loro continuavano a mangiucchiare quella porcheria.Credo che iniziare a sensibilizzare in giovane età,forse,qualche risultato si può raggiungere.Un abbraccio forte e una BUONA PASQUA
    teresa

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      15 Maggio 2011 - 20:04

      Ciao Teresa! chissà se un giorno saremo liberi di fare veramente prevenzione, senza dover continuamente pensare di foraggiare in modo alternato l’industria alimentare e del farmaco

      Rispondi
  4. Teresa
    31 Maggio 2011 - 08:17

    Ciao Michela!Ti vorrei chiederti se una calcolosi renale in una donna di 60 anni
    può essere curata con la dieta kousminiana.Questa donna convive da anni con questo disturbo,sembra ereditario.Grazie.A novembre sarò a Rimini.Un abbraccio Teresa

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      11 Giugno 2011 - 22:12

      Ciao Teresa, difficile a dirsi, certo l’effetto alcalinizzante apportato dalla dieta k aiuta di sicuro. A Rimini avremo modo di parlarne, anche con Sergio e gli altri. Buona estate!

      Rispondi
  5. vincent
    14 Luglio 2011 - 19:19

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