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Vivere piu’ semplice per far semplicemente vivere gli altri (M. Ghandi)

foto documentarytube.com

Il passaggio da un anno al successivo è uno dei momenti dell’anno che più mi fa percepire gli eventi naturali e le tradizioni culturali. Per gli eventi naturali il nostro Capodanno corrisponderebbe alla fine dell’inverno, la vera fine dell’anno si collocherebbe il 21 dicembre solstizio d’inverno e poi è già primavera!…Ma per noi cittadini la fine dell’inverno si colloca ben più in là…Ed inoltre il tempo non si rinnova, continua a scorrere senza badare al fatto che inizia un nuovo anno!

Nonostante ciò noi umani occidentali continuiamo a sentire fortemente questo inizio, lo sentiamo come una fonte di possibile rinnovamento, proprio come se già sentissimo la primavera, lo viviamo come un momento in cui rimetterci in gioco e ci lanciamo in nuovi (o vecchi) propositi di miglioramento. L’anno nuovo sicuramente ci darà la forza di portare avanti la nostra vita in modo diverso dagli anni precedenti!

Ed in questo momento di passaggio  mi piace condividere una riflessione, a dir meglio una rilettura della frase di Ghandi che vedete nel titolo…

Nel 2011 potremmo provare a “Mangiare più semplicemente, per far semplicemente mangiare gli altri”. La proposta è quella per il 2011 di mangiare semplice, al di là di etichette di biologico, solidale e naturale… far colazione con biscotti biologici, magari con ingredienti del commercio equo, quanti chilometri e quanta industria hanno mosso? E se tornassimo al pane burro e marmellata o miele? Di aziende vicine, che lavorano con il cuore e con la terra, dalle quali possiamo attingere anche questo tipo di nutrimento andando ad acquistare i loro prodotti.

E nel 2011 torniamo un po’ con i piedi per terra, con quella semplicità che ci fa leggere le etichette e se gli ingredienti sono sconosciuti, anche se il prodotto è bio poniamoci almeno il problema se acquistare un alimento con ingredienti fortemente industrializzati, torniamo alla semplicità delle nostre nonne…

Torniamo a farci quelle semplici domande che non hanno necessità di una risposta, ma che derivano da un istinto antico…se il latte appena munto dopo 1 o 2 gironi si trasforma naturalmente in formaggio, quale significato ha latte fresco che dura 15 giorni? Si può chiamare veramente latte? E il mio organismo non si sentirà un po’ imbrogliato da questa trasformazione?

Al solito mi dilungo. Ma torniamo al dunque… tornando ad una semplicità di cibo, abbiamo la possibilità di tornare anche a una semplicità di pensiero che ci fa ritornare in contatto con l’altro, ce ne fa accorgere…se ci riappropriamo del cibo semplice, magari ricomincerà a mancarci il limone o il sale, ricominceremo a suonare il campanello del vicino e poi per ringraziarlo gli porteremo un pezzo di torta…e lui magari ci darà i pomodori dell’orto…noi gli guarderemo 10 minuti i figli…

e sono convinta che mangiando più semplicemente noi, potremmo favorire anche chi ci sta lontano, siamo così sicuri che favorire la produzione industriale, extrastagionale, seppur bio, portino ad un reale miglioramento ed a reali possibilità di sopravvivenza per un’ampia fetta di popolazione e non solo quella ristretta che ne beneficerà direttamente?

Queste sono tra le domande che mi pongo, in questo passaggio d’anno, e spero che aiutino a guardare in modo positivamente più critico e consapevole i passi che ci accingiamo a fare.

Spero anche di poter ricevere le vostre riflessioni o critiche, per poter iniziare il nuovo anno in modo più dinamico e interattivo!

18 Risposte all'articolo “Vivere piu’ semplice per far semplicemente vivere gli altri (M. Ghandi)”

  1. laurentia
    2 Gennaio 2011 - 14:44

    Complimenti Michela,un bellissimo concetto che hai saputo spiegare con semplicità e amore.
    Auguri di un Grande 2011 e CONTINUA COSI!
    Laurentia

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      2 Gennaio 2011 - 16:51

      Ti ringrazio Laurentia anche perché spesso i concetti, soprattutto quelli semplici, mentre cerco di spiegarli mi si complicano tra le mani! ancora auguri

      Rispondi
  2. lucia
    2 Gennaio 2011 - 15:17

    Buon anno anche a te Michela! :-)
    Grande questo proposito per il 2011, lo condivido e sono convinta che in quanto grande e giusto sia valido per tutti. Mi prendo quindi la libertà di diffonderlo, pari pari, e ti ringrazio!
    Lu

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      2 Gennaio 2011 - 16:53

      Grazie a te per il pensiero di diffusione, spero che aiuti tanti a riflettere e che magari le riflessioni si possano poi riunire in un bel coro!

      Rispondi
  3. Elda Dalla Bona
    2 Gennaio 2011 - 20:21

    cara Michela,
    buon anno prima di tutto e grazie per i pensieri intelligenti, mai banali che invii a tutti noi che ti leggiamo. Quante volte andando nelle botteghe del mondo mi sono posta le stesse domande ma poi mi sono detta che mentre mi chiarisco le idee su cosa è più giusto intanto qualcuno, attraverso il mio acquisto, può vivere(un esempio per tutti l’acquisto dei datteri delle donne palestinesi).Ciò non toglie che la semplicità del cibo quotidiano dovrebbe diventare un fatto concreto per tutti coloro che si sentono un tutt’uno con il resto del mondo. Viva il pane burro e miele allora con un’arancia vicino però!!! un abbraccio Elda

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      2 Gennaio 2011 - 20:29

      Grazie Elda, condivido anch’io la tua riflessione, non è facile stare in equilibrio in questo mondo e le riflessioni condivise ci danno una mano! In effetti io penso se abbia un senso favorire la produzione industriale con i prodotti equosolidali o se non diventa un contro-senso…perfetta l’arancia…e nella ricerca della semplicità…anche con i datteri delle donne palestinesi perché no?

      Rispondi
  4. dino
    2 Gennaio 2011 - 20:42

    apprifitto dottoressa per farle gli auguri di buon anno 2011
    la riflessione non fa una grinza concordo pienamente con tutto quello che ha scritto, saluti. dino

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      3 Gennaio 2011 - 19:30

      grazie! e auguri per un 2011 ricco di cose semplici

      Rispondi
  5. Renata
    2 Gennaio 2011 - 20:46

    Mi è piaciuto molto quest’articolo :-)
    devo ringraziare sia Michela di averlo scritto sia il mio amico Dino per avermelo segnalato.
    Tanti auguri per un 2011 ricco di soddisfazioni morali, Pace e Amore

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      3 Gennaio 2011 - 19:31

      Ringrazio anch’io Dino per averlo segnalato! e mi fa doppio piacere questo ringraziamento

      Rispondi
  6. robi
    2 Gennaio 2011 - 21:56

    mi unisco al coro dei ringraziamenti per questa riflessione
    speriamo la leggano in tanti!

    e che altrettanti, in quest’anno che inizia, intraprendano una strada di sobrietà e semplicità

    se poi il cibo semplice viene da molto vicino, magari dal proprio orticello….ancora molto meglio
    per tutti

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      3 Gennaio 2011 - 19:33

      …e se qualche prodotto viene dall’orto del vicino frutto di uno scambio uno dei cerchi si chiude…grazie!

      Rispondi
  7. Anna Maria
    3 Gennaio 2011 - 09:59

    Carissima dottoressa, le sue riflessioni sono sempre una grande fonte di ispirazione per me…
    E anche in questo caso è riuscita ad esprimere con la sua consueta sensibilità un concetto al quale penso e ripenso da tempo.
    La semplicità nell’alimentazione, ma anche la semplicità come stile di vita, il ritorno a sapori e usi del passato che persino le vecchie generazioni sembrano aver dimenticato.
    Mi ha fatto tornare alla mente quando da piccoli si andava a restituire le uova prestate dalla vicina: era sempre un’occasione per fare due chiacchiere per mia mamma e giocare con i suoi figli per me e mio fratello.
    Le uova oggi non si prestano più perchè nelle nostre case c’è abbondanza di cibo e nulla può mancare, neanche il superfluo o, peggio, perchè è molto più comodo comprare un dolce già bello e confezionato, a che servono le uova? E poi non c’è tempo per fermarsi a fare due chiacchiere…
    La semplicità di pensiero è stato uno dei miei buoni propositi per l’anno passato e lo rinnoverò per questo nuovo anno: sento che posso fare di più e meglio!
    Mangiare bio è giusto, ma anche qui deve prevalere il buon senso.
    Mangiare equo e solidale non è detto che sia davvero così equo e solidale per tutti…
    Tantissimi cari auguri di buon anno e continui così!! Anna Maria

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      3 Gennaio 2011 - 19:37

      ho pensato se scrivere nella risposta…e ho concluso che ne valeva la pena…leggendo questo commento mi sono un po’ commossa per tutto quello che abbiamo perso e per tutto quello che possiamo recuperare. Grazie!

      Rispondi
  8. Teresa
    4 Gennaio 2011 - 09:27

    Condivido la riflessione di Anna Maria totalmente e grazie del commento di Michela,una cara amica che,con semplicità,riesce a trasmetterci sentimenti sani e a fare uscire la parte più buona di noi.Il nostro vicino ,è vero, ha tutto materialmente,ma forse gli manca quello scambio di un una chiacchiera o di un sorriso.Un grande 2011 Teresa

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      4 Gennaio 2011 - 12:44

      grazie anche a te Teresa, ad ogni commento il cuore mi si apre sempre più…speriamo che il 2011 continui con questo passo che mi ricorda quello del viandante che nella sua lentezza si arricchisce di emozioni e di dettagli molto più di chi sceglie il mezzo più veloce…ma a volte anche scegliendo il mezzo più veloce potremmo utilizzare il tempo “risparmiato” invece che per guardar la tv, per annoiarci un po’ e annoiandoci ricominciare a parlar con il nostro vicino!

      Rispondi
  9. Anna&Ipa
    19 Gennaio 2011 - 10:41

    Grazie per questo fantastico blog, cara Michela. E per il libro sullo svezzamento, che è stato il mio regalo di natale a mamme, zie, nonne e cognate. Questo post traduce in parole tutto quello che sento dentro. Spero di avere occasione di parlarti a tu per tu! Anna&Ipa (SSNV, ti ho vista per la prima volta a Mn)

    Rispondi
    1. Michela Trevisan
      21 Gennaio 2011 - 08:44

      Ciao Anna grazie a te per questo bel ritorno! spero che il libro aiuti le donne a cui l’hai regalato a ritrovare quel pezzo di conoscenza e fiducia nel proprio istinto la cui perdita ci ha portate da troppo tempo a delegare lo svezzamento alla medicina, come se fosse una terapia e non un accompagnamento del bambino nella famiglia, attraverso il cibo. Risultato: molti bambini non si inseriscono mai nelle proprie famiglie…ricambio la speranza di parlarci anche a tu per tu!

      Rispondi

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