Gennaio 2, 2011 / Articoli
Vivere piu’ semplice per far semplicemente vivere gli altri (M. Ghandi)
foto documentarytube.com
Il passaggio da un anno al successivo è uno dei momenti dell’anno che più mi fa percepire gli eventi naturali e le tradizioni culturali. Per gli eventi naturali il nostro Capodanno corrisponderebbe alla fine dell’inverno, la vera fine dell’anno si collocherebbe il 21 dicembre solstizio d’inverno e poi è già primavera!…Ma per noi cittadini la fine dell’inverno si colloca ben più in là…Ed inoltre il tempo non si rinnova, continua a scorrere senza badare al fatto che inizia un nuovo anno!
Nonostante ciò noi umani occidentali continuiamo a sentire fortemente questo inizio, lo sentiamo come una fonte di possibile rinnovamento, proprio come se già sentissimo la primavera, lo viviamo come un momento in cui rimetterci in gioco e ci lanciamo in nuovi (o vecchi) propositi di miglioramento. L’anno nuovo sicuramente ci darà la forza di portare avanti la nostra vita in modo diverso dagli anni precedenti!
Ed in questo momento di passaggio mi piace condividere una riflessione, a dir meglio una rilettura della frase di Ghandi che vedete nel titolo…
Nel 2011 potremmo provare a “Mangiare più semplicemente, per far semplicemente mangiare gli altri”. La proposta è quella per il 2011 di mangiare semplice, al di là di etichette di biologico, solidale e naturale… far colazione con biscotti biologici, magari con ingredienti del commercio equo, quanti chilometri e quanta industria hanno mosso? E se tornassimo al pane burro e marmellata o miele? Di aziende vicine, che lavorano con il cuore e con la terra, dalle quali possiamo attingere anche questo tipo di nutrimento andando ad acquistare i loro prodotti.
E nel 2011 torniamo un po’ con i piedi per terra, con quella semplicità che ci fa leggere le etichette e se gli ingredienti sono sconosciuti, anche se il prodotto è bio poniamoci almeno il problema se acquistare un alimento con ingredienti fortemente industrializzati, torniamo alla semplicità delle nostre nonne…
Torniamo a farci quelle semplici domande che non hanno necessità di una risposta, ma che derivano da un istinto antico…se il latte appena munto dopo 1 o 2 gironi si trasforma naturalmente in formaggio, quale significato ha latte fresco che dura 15 giorni? Si può chiamare veramente latte? E il mio organismo non si sentirà un po’ imbrogliato da questa trasformazione?
Al solito mi dilungo. Ma torniamo al dunque… tornando ad una semplicità di cibo, abbiamo la possibilità di tornare anche a una semplicità di pensiero che ci fa ritornare in contatto con l’altro, ce ne fa accorgere…se ci riappropriamo del cibo semplice, magari ricomincerà a mancarci il limone o il sale, ricominceremo a suonare il campanello del vicino e poi per ringraziarlo gli porteremo un pezzo di torta…e lui magari ci darà i pomodori dell’orto…noi gli guarderemo 10 minuti i figli…
e sono convinta che mangiando più semplicemente noi, potremmo favorire anche chi ci sta lontano, siamo così sicuri che favorire la produzione industriale, extrastagionale, seppur bio, portino ad un reale miglioramento ed a reali possibilità di sopravvivenza per un’ampia fetta di popolazione e non solo quella ristretta che ne beneficerà direttamente?
Queste sono tra le domande che mi pongo, in questo passaggio d’anno, e spero che aiutino a guardare in modo positivamente più critico e consapevole i passi che ci accingiamo a fare.
Spero anche di poter ricevere le vostre riflessioni o critiche, per poter iniziare il nuovo anno in modo più dinamico e interattivo!
laurentia
2 Gennaio 2011 - 14:44Complimenti Michela,un bellissimo concetto che hai saputo spiegare con semplicità e amore.
Auguri di un Grande 2011 e CONTINUA COSI!
Laurentia