Per la salute del pianeta meglio vegetariani?

Ecco una di quelle diatribe che a mio avviso aiutano a muovere i pensieri, perché vedono schierarsi in posizioni diverse, a volte contrapposte, menti e studi scientifici di tutto rilievo.

Il polverone è stato sollevato niente popò di meno che da Simon Fairlie, il direttore dell’Ecologist (tra l’altro vi consiglio veramente di leggere la versione italiana di questa rivista perché fornisce spunti di riflessione veramente di grande apertura!) dopo l’intervista rilasciata alla rivista Time nella quale affermava:

“Non ho toccato carne dai 18 ai 24 anni poi ho cominciato ad allevare capre. Ma dei maschi non sapevo che farne: non producevano latte, non facevano figli. Così ho cominciato a mangiarli” continuando poi: “Mangiarne moderatamente, due volte a settimana, non provoca alcun danno al pianeta. Tutti i sistemi agricoli producono un surplus di biomassa che deve essere smaltito, e non vedo cosa ci sia di male nel dar questo sovrappiù come foraggio agli animali. Questo modo di allevare il bestiame è ecologico e anzi fa bene alla terra. Capre, pecore e mucche producono a loro volta un fertilizzante naturale utile agli agricoltori. Il ciclo è perfetto. E io mi sento più ecologista di un vegano”.

Penso che il suggerimento che possiamo cogliere da queste affermazioni forti, non sia quello di prendere una posizione sul fatto che Farlie abbia ragione o torto nel mangiare o non mangiare carne, ma che il punto sia invece essere capaci di fare un passo indietro.

La riflessione interessante che a mio avviso propone, parte dalla considerazione che i calcoli sull’emissione di gas serra prodotto dagli allevamenti sono stati effettuati prendendo in considerazione allevamenti intensivi, con alle spalle atti di deforestazione, uso di mangimi industriali ed altri vandalici atti ambientali. Il punto nodale sarebbe quindi la qualità del cibo e di conseguenza la modalità di produzione, la frequenza di consumo e non la categoria di cibo in se ad essere dannosa… anche il riso o la pasta possono avere un diverso impatto sull’organismo e sull’ambiente, possono essere benefici o dannosi a seconda che siano coltivati con o senza chimica, integrali o raffinati, mangiati tutti i giorni o saltuariamente…

Io personalmente carne non ne mangio, ma se avessi una fattoria a circuito chiuso, con animali per produrre letame…chissà!

Volevo comunque condividere alcune riflessioni…

è vero che gli allevamenti intensivi inquinano molto il nostro pianeta…

è vero che il consumo di carni rosse è alla base dell’insorgenza di molte malattie…

è vero che sono ormai schiaccianti le evidenze scientifiche dei benefici sulla salute dell’uomo e del pianeta della dieta basata su alimenti vegetali

è vero anche che nella nostra società la scelta vegana e vegetariana, in quanto scelte etiche rimangono nell’ambito delle scelte personali e non nell’ambito delle proposte sociali.

…Ma potremmo unire le forze, al di là delle personali scelte, per fare delle azioni sociali in grado di aiutare tutta la popolazione a fare scelte alimentari più consapevoli per la propria saluta e per quella del pianeta, sottolineando come sia importante cambiare punto di vista, per non mettere più sul piedistallo della salute la fettina di carne (senza necessariamente escluderla dalla dieta), ma gli alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, ma soprattutto semi oleosi, cereali integrali e legumi) che dovrebbero tornare ad essere il vero fulcro della nostra dieta e della nostra salute. Per non mettere più sul piedistallo le calorie, ma la qualità del cibo.

Tutto questo può essere fatto senza proporre posizioni troppo estreme che farebbero prendere paura ai consumatori meno informati o farebbero leva sui sensi di colpa. Le posizioni estreme però sono, a mio avviso, utili per fare da rompighiaccio e portare alla luce zone di conoscenza inesplorate.

Ad esempio…chi fa la scelta vegana stimola a sperimentare ricette anche di dolci completamente prive di prodotti animali che sembrano impossibili da realizzare a chi è abituato a burro e uova ovunque…

…i vegani facendo molta attenzione a nutrirsi solo di alimenti vegetali che non siano stati “contaminati” da prodotti animali, potrebbero stimolare la ricerca e la diffusione di concimi derivati dalle alghe o da altre fonti vegetali….partendo dalla considerazione che gli ortaggi di cui si nutrono, anche quando derivati da agricoltura biologica potrebbero essere stati concimati con stallatico o concimi organici prodotti da animali da allevamento.

Lascia un commento