Marzo 17, 2010 / Articoli
La via lattea?
Ho pensato di indicare le varie fasi della nutrizione, nella vita di un essere vivente.
Il titolo del paragrafo è un po’ provocatorio.
C’è una preponderanza dell’alimento latte e dei suoi componenti e derivati nella nostra vita, dall’infanzia alla vecchiaia.
Lo si trova quasi dappertutto, nascosto nei prodotti industriali: nei salumi, nel prosciutto cotto, nella polenta, nella purea di patate, nei ripieni di alimenti surgelati, nelle salse e nei ragù, nelle margarine, nei tortellini, nel pancarrè, nei dadi, nelle caramelle, negli omogeneizzati ma anche in alcuni farmaci e integratori alimentari.
Considerando, poi, che nella prima fase della nostra vita, molto spesso ci viene propinato un latte che non è di donna, che sforziamo una vacca a produrne circa 36 litri al giorno, contro i 16 naturali, somministrandole mangimi e anti fermentativi, che poi lo pastorizziamo o peggio ancora lo preferiamo a lunga conservazione privandolo della importante varietà batterica ed enzimatica, che siamo un paese con un alto tasso di donne con osteoporosi, che negli ultimi anni della nostra vita, abbinato al panbiscotto, lo consideriamo un pranzo e una cena…beh, auguro a tutti di aprire gli occhi e di cambiare via!
Da bambino l’alimentazione dipende dalla madre che, più o meno informata e capace di proporre il cibo sano al proprio figlio, lo abitua ad un certo modo di alimentarsi.
Fortunato quel bambino ben educato in campo alimentare perché il suo percorso per raggiungere il benessere psico-fisico, ha delle basi ben solide che costituiranno “un faro” navigando tra le più svariate vicende della sua vita.
Con l’entrata del bambino alla scuola materna, cambiano e si aggiungono altri cibi. Subentrano altre realtà come i mass media con la pubblicità, le festicciole di compleanno tra compagni e in famiglia, gli intervalli scolastici, la ripresa del lavoro della mamma e quindi la sua assenza…
Il bambino entra in contatto con i prodotti dell’industria alimentare, più pratici, poco costosi, dai sapori decisi e forse più buoni.
Di primaria importanza è comunque l’esempio dei genitori; il comportamento alimentare è sicuramente trasmesso al figlio. Se il papà o la mamma placano l’ansia mangiando dolci, anche il bambino ripeterà, probabilmente , la medesima esperienza.
Successivamente, il ragazzino adolescente è condizionato ancora dal genitore che assume, questa volta, la figura di rivale e quindi non di esempio.
Subentra, inoltre, una nuova figura: il gruppo. Così, il cibo assume la funzione di “by- pass” nella società.
In questa fase, l’alimentazione è passiva, non responsabile, dettata anche dalle mode del tempo.
Con l’età adulta, si inizia il percorso di consapevolezza, in cui riaffiorano le abitudini alimentari apprese in famiglia ma anche si aggiungono nuove scelte dettate dalla propria volontà.
E’ il periodo in cui scegliamo di informarci su argomenti di vario genere riguardanti la propria salute psico-fisica. L’alimentazione del nostro fisico dipende solo da noi. Siamo liberi di consumare piatti equilibrati che oltre a essere gratificanti sono anche curativi e preventivi, oppure no.
Dovremmo essere in grado di sopperire alle varie problematiche che la vita ci presenta grazie alla nostra maturità cerebrale e fisica.
Nell’età avanzata, da anziani, ci si nutre seguendo le abitudini sorte nell’età adulta. Sono rare ma possibili le innovazioni. Si segue la dieta proposta dal proprio medico in funzione di una qualche patologia. L’alimentazione è condizionata dallo stato di salute. E’ più povera e carente perché mancano l’appetito, una buona masticazione e il corretto funzionamento dell’apparato digerente.
Ricordo la colazione che mi preparava la mia nonna: ovetto (di gallina ruspante) sbattuto, con latte caldo. Di certo migliore della moderna merendina!
teresa
23 Maggio 2010 - 08:39condivido totalmente quello che dici!E’ molto importante.
Grazie per questo bel sito
Teresa