Febbraio 13, 2010 / Articoli
La tavola come educazione
Se da una parte è vero il detto:”Quando c’è la salute, c’è tutto”, dall’altra parte è anche vero che questa “benedetta” salute ha bisogno di essere pensata e voluta quotidianamente. Ma occorre metterci tutte le nostre migliori intenzioni e la nostra buona volontà. Non è solo un fatto genetico, ereditario e tanto meno una questione di fortuna se viviamo in buona salute, ma, tutto sommato, è perché ce la siamo meritata, con uno stile di vita saggio e maturo. Si, la salute la si mantiene o la si raggiunge grazie a un cammino, a un percorso che ha come meta:”Volersi bene”.
Ricordiamoci, però, che questo viaggio ha bisogno di due ingredienti molto importanti: il primo è la consapevolezza che il nostro corpo è una macchina meravigliosa da cui possiamo trarre grandi risorse, e il secondo, è il sentirci parte della natura che è la nostra “madre natura” e a come tale va seguita, utilizzata e valorizzata con rispetto e fiducia.
Il pasto, è un momento a cui dovremmo attribuire non solo l’importanza di saziarci e nutrirci con proteine, carboidrati, etc., ma anche una cura, un’attenzione nel gustare il cibo, nel prepararlo, nel pensare a chi lo ha coltivato, alla terra che lo ha generato. Solo così il cibo si arricchisce di spiritualità e ci nutre nella totalità.
No, quindi, alla logica dell’accaparramento e del consumo incontrollato del cibo che porta, alla lunga, alla malattia del nostro organismo e allo sfruttamento della natura, che si impoverisce dei suoi elementi vitali.
Siamo beneficiari, gratuitamente dei doni della natura e la cura verso essa è sapienza per la nostra vita.