Come, dove, quando?

Uno degli argomenti che ha destato maggiore curiosità nel Primo Convegno NuPA è stato proposto dalla dott.ssa Marrazzo, odontoiatra olistico-funzionale. Nel suo intervento la dottoressa ha spiegato i movimenti della base del cranio e quanto sia importante che sin da piccoli vengano forniti ai bimbi gli alimenti per stimolare la corretta masticazione e come questa influenzi lo sviluppo delle ossa craniche ad essa correlate con conseguenze su dentizione, postura e qualità della vita. Le conclusioni della presentazione suggerivano di proporre al bambino cibi consistenti e a pezzi non troppo piccoli, che stimolano l’atto della masticazione e di tenere la boccuccia sotto controllo fin dai primi mesi, per intervenire se necessario anticipando i problemi.
Oltre allo sviluppo osseo e funzionale, è importante che il bambino abbia una “educazione” alla consistenza dei cibi. Un’idea che abbiamo proposto in asilo è di usare delle ricette con consistenze diverse nella stessa pietanza: una parte esterna croccante e l’interno morbido o viceversa, oppure di lavorare su consistenze diverse di prodotti simili, per esempio proporre abbinamenti dello stesso frutto. crudo e croccante, purea o gelatina. Lo scopo in questo caso è di abituare alle sensazioni di consistenza sin da piccoli ed evitare che il bambino si fidi solo del classico bianco-morbido-dolce.
Da questi spunti è nata l’idea di comporre questo articolo sulla masticazione e su quegli aspetti dell’alimentazione che spesso sono sottovalutati,tra cui la masticazione appunto ma anche l’importanza del contesto e dell’atteggiamento. Cercando spunti sulle pubblicazioni scientifiche ho incontrato un articolo pubblicato da ricercatori giapponesi che ha confermato ed amplificato l’intenzione che, come NuPA, volevamo dare: quanto siano numerose, sottili e ramificate le attività e regolazioni nel corpo all’atto di mangiare.
L’articolo parla del rapporto tra la salivazione, l’indice di massa corporea, la sonnolenza diurna e il russare in giovani adulti (Gustatory salivation is associated with body mass index, daytime sleepiness and snoring in healthy young adults, Izumi et al., Tohoku J. Exp. Med. 2016) ed è un inizio d’indagine tra argomenti apparentemente lontani: la saliva e il sonno? Possibile? I risultati danno solo una traccia per delle conclusioni e possono essere interpretati in vario modo ma sottolineano come una buona salivazione aiuta una buona digestione che aiuta un buon riposo che aiuta una buona salivazione e così via. Il concetto che viene rafforzato è che il corpo e le nostre azioni sono un unicum di interazioni, equilibri e relazioni causa/effetto davvero complesso e delicato e che prendere delle piccole buone abitudini e rispettare alcune buone pratiche potrebbe risolvere un problema insospettabilmente correlato che ci tormenta.
Le raccomandazioni “classiche” danno un risultato “classico”: non vengono seguite.
Forse però accennando qualche meccanismo e qualche possibile beneficio convinceremo qualcuno a rispettare alcuni principi che sono importanti per il nostro benessere e riusciremo, speriamo, ad alleviare qualche sofferenza allo stomaco, all’intestino e a quanto pare anche qualche sonnolenza.
– Punto uno: sedersi a tavola. La posizione seduta è importante, favorisce che il cibo faccia il suo percorso senza sforzi. Il tubo digerente ha dei movimenti muscolari, la peristalsi, che portano il cibo nella direzione giusta e stare seduti aiuta a farlo senza sforzo. In oltre crea un’atmosfera che ci predispone al pasto e il corpo certe cose le capisce. Cos’è l’acquolina se non una preparazione a qualcosa che non vediamo l’ora di digerire! E a chi non è mai capitato che si “stringesse lo stomaco” in una situazione poco confortevole? Creare un contesto non stressante potrebbe essere la chiave per risolvere tanti problemi ed a volte basta aprire una finestra o accendere una candela per cambiare atmosfera.
– Punto uno bis: guardiamo il piatto. Proprio come per l’acquolina di fronte a qualcosa di molto appetitoso, l’immagine del cibo ci prepara a ciò che stiamo per mangiare e al contrario distogliere l’attenzione magari guardando la televisione porta a mangiare in fretta, senza renderci conto di quanto stiamo realmente mangiando, con spiacevoli conseguenze caloriche (ehi, sta arrivando l’estate!)
– Punto 2: prendere il tempo necessario. Mangiare di corsa è un problema di molti e sappiamo bene che in una giornata frenetica è difficile ritagliarsi il tempo per gustare con calma un pasto completo. In questi casi si può trovare una soluzione invertendo i fattori. Se abbiamo poco tempo, mangiamo un piccolo pasto e completiamo magari con dei piccoli spuntini strategici nelle pause.
– Punto 3: Mangiare la verdura a inizio pasto ha innumerevoli vantaggi sul metabolismo, sul dimagrimento, anche sul sistema immunitario. Troppi per questo articolo, ci si potrebbe scrivere un libro… Laura Faggian (NuPA) e Sergio Chiesa l’hanno fatto, si intitola “Prima l’insalata” edizioni Terre di Mezzo.
– Punto 4: masticare. Quando mastichiamo si scatena una vera rivoluzione chimico-fisica e per accorgersene c’è un semplice esperimento: masticate molto bene ed a lungo pane o pasta: ad un certo punto diventano dolci!
– Punto 5: respirare. La respirazione calma e profonda per prima cosa rilassa e partecipa a ridurre lo stress. In oltre i movimenti del diaframma, proprio come se fosse un massaggio favoriscono la peristalsi dell’intestino, con vantaggi nella digestione e nel transito intestinale.
Questi sono piccoli spunti che però si possono adottare realmente in quelle situazioni che tutti viviamo quotidianamente. Provate e fateci sapere!

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